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EXPO Milano 2015
Scheda #2

La storia dell’uomo al Padiglione Zero
Curato da Davide Rampello e progettato da Michele De Lucchi, il Padiglione Zero introduce la visita dell’Expo: al centro dello spazio la storia dell’uomo dalla comparsa sulla Terra a oggi, le trasformazioni del paesaggio naturale, la cultura e i rituali del consumo. Ma anche le buone pratiche alimentari e l’artigianato italiano.
«Il racconto parte dalla memoria dell’umanità, passa attraverso i suoi simboli, percorre le varie fasi dell’evoluzione del suo rapporto con la Natura – dall’azione di addomesticare il mondo animale e vegetale all’invenzione degli strumenti della lavorazione e della conservazione – e arriva fino alle forti contraddizioni dell’alimentazione contemporanea. Un percorso emozionale che da racconto universale si fa storia individuale», ha spiegato Rampello.


A Palazzo Italia fiorisce il Vivaio delle idee
L’Italia si presenta a Expo con un «Vivaio di idee e talenti», dove le energie migliori del Paese nascono e si sviluppano. Il tema è richiamato anche dal logo scelto per rappresentare la partecipazione dell’Italia ad Expo. A dare forma a questo racconto è Palazzo Italia l’edificio che rappresenta il cuore dello spazio espositivo italiano, destinato a rimanere anche dopo i sei mesi dell’evento come polo di innovazione tecnologica al servizio della città.
Realizzato su uno spazio di circa 13 mila metri quadrati, l’edificio di rappresentanza dello Stato e del Governo, è il luogo di incontro istituzionale tra il Paese che organizza Expo e i Paesi partecipanti. Il progetto, dello studio Nemesi&Partners, è stato realizzato in un’ottica sostenibile e progettato per essere un edificio a energia quasi zero. A comporre lo spazio espositivo si aggiungono gli edifici che si affacciano sul Cardo, il viale lungo 350 metri che mette in relazione il nord e il sud del sito espositivo e che insieme al Decumano rappresenta l’asse attorno a cui si sviluppa l’Esposizione. Gli edifici del Cardo sono rappresentativi del territorio italiano e in particolare delle regioni: passeggiando il visitatore ha l’impressione di trovarsi in un tipico borgo italiano composto da piazzette, terrazze e portici.


Cibo americano 2.0 al Padiglione Usa
Una struttura aperta delimitata da una grande zone agricola verticale per raccontare la storia dell’America e la lotta per la sostenibilità. Il Padiglione USA ha lo scopo di promuovere la conoscenza e la passione per la cucina, i cuochi, i produttori e i prodotti; valorizzare il talento americano, la spontaneità e l’imprenditorialità e gli Stati Uniti come destinazione privilegiata per il business e il turismo e mettere in contatto persone e aziende.
Il Padiglione – al quale si accede tramite una passerella in legno recuperato dal lungomare di Coney Island – si ispira a un tradizionale granaio americano.


L’alveare della Gran Bretagna
Un alveare per rappresentare il ruolo svolto dall’impollinazione nella catena alimentare. Ma anche per raffigurare il continuo fermento del Regno Unito che si impegna a trovare (mettendo insieme creatività, imprenditorialità e ricerca scientifica) soluzioni globali ai principali problemi del pianeta.
Illuminato da mille luci a led, il grande alveare britannico è una struttura in alluminio ideata da Wolfgang Buttress. Il visitatore ha l’impressione, grazie ad una serie di effetti audiovisivi, di trovarsi all’interno di uno vero (a Nottingham, ndr.). Ma non solo: tutto il padiglione, attraverso i suoi spazi, vuole ricreare la danza di un’ape dal frutteto alla produzione del miele. Il percorso inizia tra 45 tipi di piante che crescono in periodi diversi durante Expo, ovviamente viste ad altezza d’ape.


La pannocchia del Messico
Una gigantesca pannocchia distesa in orizzontale per richiamare l’alimento più diffuso del Paese all’esterno. Un’architettura che richiama il sistema del bacino del Messico utilizzato durante l’impero idraulico-agrario del re Nezahualcoyotl, per l’interno. Così il Messico mette insieme tradizione e innovazione.
Secondo le più antiche leggende dei popoli pre-ispanici, quali il Popol Vuh (libro sacro dei Maya), l’uomo è stato creato dagli Dei a partire da una massa di mais. Il Messico - è stato d’altra parte ricordato nell’incontro - possiede il 70% della diversità mondiale delle specie, ha il secondo ecosistema del pianeta ed è una delle quattro nazioni del mondo dove la cucina è patrimonio culturale immateriale dell’umanità. L’architetto Lopez Guerra, che ha tra l’altro progettato la Basilica di Guadalupe, lo stadio ‘Azteca’ e il Museo di Antropologia della capitale, ha detto:«Siamo una potenza sul fronte della cultura e della mega-diversità. Questa è la nostra forza».


«Diversità armoniosa» in Giappone
Tecnologia sì, ma a patto che rispetti l’armonia. E che nel cibo venga applicata a 360°, dalla produzione alla distribuzione. Le parole chiave attorno alle quali si snoda l’intervento giapponese sono essenzialmente due: Salute e Edutainment, ossia educare divertendo.
Anche in cucina: per questo il Giappone propone anche la propria cucina come modello contro l’obesità. Il Padiglione è composto da 17mila pezzi di legno incastrati tra loro (senza un chiodo) in modo da lasciar penetrare la luce solare, ospita un ristorante da dieci tavoli sedendosi ai quali è possibile fare un pranzo virtuale.


«Produrre e nutrire in altro modo» in Francia

Una struttura capovolta e realizzata interamente in legno smontabile e riutilizzabile: questo il padiglione di 3.600 metri quadrati che la Francia presenta a Expo, mostrando al pubblico lo stato dell’agricoltura, della pesca e del settore agro-alimentare nazionale.
Lo spazio ha una struttura essenziale, interamente costruita con legno proveniente dal dipartimento del Jura, in omaggio alle tipiche Halles parigine, luogo di scambio ma anche di produzione. Dopo aver attraversato un labirinto-giardino che riproduce tre paesaggi agricoli, il visitatore scopre il «mercato coperto sostenibile» francese. Una curiosità? L’ «Arco di Trionfo» fatto di bottiglie di vino contiene 1.600 bottiglie rappresentative di tutto il territorio agricolo francese.


«Terra di speranza, cibo per la vita» in Cina
Agricoltura, alimentazione, ambiente, sviluppo sostenibile sono i punti focali della partecipazione della Cina all’Esposizione. Il padiglione, posizionato a metà del Decumano, punta sulla necessità di produrre rispettando l’ambiente. Ma è anche il simbolo dell’apertura del Paese asiatico che per la prima volta mostra i dettagli della sua politica agricola.
La struttura in bambù e acciaio richiama il profilo della città di Pechino e al tempo stesso quello delle montagne. La prima cosa che i visitatori notano è una macchia gialla, composta da un grande campo di fiori che richiama il colore dei campi di frumento maturi. Il padiglione occupa una superficie di 4.590 metri quadri ed è suddiviso in quattro aree tematiche: il cielo; l’uomo; la terra e l’armonia necessaria per sviluppare un futuro sostenibile.


Azerbaijan: «Protezione della biodiversità per le generazioni future»
L’Azerbaijan è da sempre un crocevia geografico, storico e culturale, testimone dei primi passaggi umani fin dal 1.200.000 a.C. La sua ricchezza naturalistica lo rende un modello di biodiversità unico al mondo: nel paese sono presenti nove delle undici aree climatiche conosciute al mondo oltre 4000 specie di piante e più di 20 mila specie animali.
Natura, storia, cultura, tradizioni, innovazione: tutto questo si trova all’interno del padiglione del paese caucasico. Il percorso dei visitatori si svolge su vari livelli, compenetrati da tre biosfere: quella dei paesaggi, quella delle zone climatiche e quella dedicata alla riflessione sulle nuove generazioni.


Austria, un padiglione che respira
Un bosco con cespugli, felci, muschi e rampicanti. L’Austria mostra all’interno del padiglione, con un esempio concreto, i propri standard ambientali e il proprio potenziale innovativo con una vasta gamma di prodotti biologici.
Ai visitatori è proposta l’esplorazione di uno spazio che, in assenza di climatizzazione, è raffreddato dal naturale effetto rinfrescante della evapotraspirazione delle piante. Lo scopo principale della partecipazione a Expo, che avviene nell’ambito di uno spazio espositivo di 1910 metri quadri, è di rafforzare l’opinione positiva di cui il Paese generalmente già gode a livello mondiale e che lo identifica come un posto attraente in cui vivere, con alti standard ambientali e ricreativi, o come un ottimo business partner con un grande potenziale nell’ambito dell’innovazione.


«Cibo e Cultura, Educare per Innovare» in Angola
La ricchezza e la diversità delle proprie tradizioni culinarie, il ruolo cardine della donna e i progressi del continente. L’Angola si presenta a Expo con il tema «Cibo e Cultura, Educare per Innovare», all’interno di uno spazio di 2.00o metri quadrati ispirato al concept del baobab, l’«imbondeiro», l’albero sacro del paese.
L’architetto Paula Nascimento, progettista del padiglione, è stata insignita il 6 marzo di una menzione speciale in occasione del premio «ArcVision Prize Women and Architecture» di Italcementi Group.


«Laboratorio di vita» in Repubblica Ceca
Il progetto del padiglione della Repubblica Ceca, studiato per rendere omaggio alle linee semplici e squadrate dell’architettura funzionalista, è stato messo a punto da un giovane team di architetti dello studio Chybic+Kristof.
Il visitatore è accolto da una grande piscina sulla quale galleggia una grande scultura che ritrae un uccello-macchina. L’investimento complessivo della Repubblica Ceca ammonta a 8 milioni di euro, di cui 4 di risorse pubbliche e il resto messo a disposizione dai privati.