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A di Alimentazione |
«Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita» è il tema al centro della manifestazione, il filo logico che attraversa tutti gli eventi organizzati sia all’interno sia all’esterno del sito espositivo di Rho-Pero. Expo Milano 2015 è l’occasione per riflettere e confrontarsi su diversi temi legati all’alimentazione: se da una parte c’è ancora chi soffre la fame (circa 870 milioni di persone denutrite nel biennio 2010-2012 secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità), dall’altra c’è chi muore per disturbi di salute legati a una nutrizione scorretta (circa 2,8 milioni di decessi per malattie legate a obesità o sovrappeso). Ogni anno, inoltre, circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono sprecate |
B di Biglietti |
Da lunedì 15 settembre 2014, accedendo al sito www.expo2015.org o tramite App per smartphone e tablet, è possibile comprare i tagliandi di ingresso alla manifestazione. Diverse le tipologie del biglietto singolo, a seconda della categoria del visitatore, della data fissa o aperta, per un prezzo che oscilla tra i 10 e i 39 euro. Riduzioni sono previste per le famiglie, i gruppi e gli over 65, mentre i bambini sotto ai 4 anni e gli accompagnatori di persone disabili hanno diritto all’ingresso gratuito. Prevista, inoltre, una promozione per gli acquisti entro il 1 maggio, che darà diritto a uno sconto del 20%. «I biglietti venduti a inizio aprile sono quasi 9 milioni: un milione in Cina, 700 mila in Usa, molti in Asia e Africa. C’è una straordinaria voglia di Italia», ha detto il commissario straordinario di Expo, Giuseppe Sala, intervenendo all’«Expo delle Idee» di Firenze |
C come Cluster |
I Cluster sono una delle novità di Expo Milano e riuniscono Paesi che non hanno un padiglione proprio:
raggruppati non secondo criteri geografici, ma secondo identità tematiche e filiere alimentari. Dei nove «grappoli»,
Tre sono dedicati a temi “ambientali”: le zone aride, le isole e il Biomediterraneo. Sei invece sono legati alle singole produzioni: quelle di caffè, riso, frutta e legumi, spezie, cereali e tuberi, cacao e cioccolato. Il risultato offre non poche sorprese. Vanuatu, ad esempio, piccolo arcipelago a Est dell’Australia non è nel padiglione delle isole, ma in quello delle spezie |
D di Decumano |
La via principale su cui si sviluppa la struttura, il Decumano, attraversa l’intero sito da est a ovest per un chilometro e mezzo e ospita su entrambi i lati i padiglioni nazionali dei Paesi partecipanti. Simbolicamente l’asse unisce il luogo del consumo di cibo (la città) a quello della sua produzione (la campagna). L’asse del Decumano si incrocia con l’asse del Cardo, lungo 350 metri, che mette in relazione il nord e il sud del Sito Espositivo e accoglie la proposta espositiva del Paese ospitante, l’Italia |
E di Expo |
La storia delle esposizioni universali inizia nel 1851 quando - in piena era vittoriana - l’impero Britannico
decide di ospitare un evento che mostri la sua potenza industriale.
Nel 1881 è la volta di Milano, con la sua prima esposizione nazionale - non ancora universale - ma di importanza straordinaria: inaugurata da re Umberto I e dalla consorte Margherita il 5 maggio, si svolse ai Giardini Pubblici di Porta Venezia su un’area di 44mila metri quadrati, con 7.876 espositori e fu visitata da oltre un milione di persone in sei mesi, con punte di 25.000 visitatori al giorno. Nel 1906 Milano ospitò invece la sua prima Expo universale nell’area dell’attuale Parco Sempione (dal nome del traforo inaugurato in quell’anno, che consentì il primo collegamento ferroviario diretto Milano-Parigi) dedicata al tema dei trasporti: 40 Paesi partecipanti, 5 milioni di visitatori. |
F di Foody |
Foody, la mascotte di Expo Milano 2015, racchiude i temi fondanti della manifestazione proponendoli in una chiave
positiva e originale. Il personaggio, disegnato da Disney Italia e ispirato alle composizioni dell’Arcimboldo,
rappresenta la comunità, la diversità e il cibo come fonte di vita ed energia.
Costituito da una famiglia di 11 elementi riuniti in un Volto Unico, rappresenta l’ideale sinergia tra i Paesi del
mondo chiamati a rispondere con energia alle sfide del Pianeta. Ecco i nomi dei personaggi:
Josephine la banana, Rodolfo il fico, Chicca la melagrana, Arabella l'arancia, Gury il cocomero, Manghy il mango, Piera la pera, Pomina la mela, Rap Brothers i rapanelli, Max Mais il mais blum, Guagliò l'aglio. |
G di Grandi opere |
«Fermare ladri, corrotti e mafiosi, ma non i grandi eventi e le grandi opere». Così il ministro degli Interni, Angelino Alfano, aprendo a Palazzo Vecchio la seconda giornata dell’«Expo delle Idee». A un mese dall’inaugurazione dell’Esposizione universale il titolare del Viminale ha sottolineato: «Expo è un evento che si può svolgere in un contesto di assoluta sicurezza, una grande sfida». Con l’Esposizione l’Italia vuole dare «una grande prova di forza, anche dei nostri 8.000 comuni, protagonisti di un’avventura unica per fascino e suggestione, ma dentro la sfida dell’identità» |
H di Hotel |
Milano e l’Italia si apprestano ad accogliere il mondo nei sei mesi di Expo. E con un bacino di utenza di 20 milioni di visitatori potenziali quello degli hotel sarà un settore «bollente»: secondo alcuni sondaggi i prezzi potrebbero subire rincari fino al 300% a partire da maggio. Tra polemiche e allarmi delle associazioni dei consumatori, c’è chi guarda alle piattaforme di shared economy per una possibile soluzione low cost. Da Airbnb all’italiana StandByMi. |
I di Padiglione Italia |
E’ il Vivaio, non solo di prodotti, ma anche di talenti, l’idea di base del Padiglione Italia per raccontare il Paese
all’ Esposizione universale di Milano. In realtà Il Padiglione è un quartiere che sorge lungo il Cardo:
una strada di 325 metri lungo cui si trovano una serie di edifici e piazzette che ricreano l’idea dei borghi e mettono
insieme tradizione e innovazione . Sarà composto da un edificio principale, il Palazzo Italia, grande circa 12mila metri
quadri e da alcuni edifici temporanei (che copriranno un’area di poco meno di 14mila metri quadri).
Il Palazzo Italia utilizza fonti rinnovabili ed è considerato un edificio ad alta sostenibilità energetica:
è costruito su quattro che rappresentano “punti di forza” dell’Italia e ognuno sarà allestito con sculture,
quadri e installazioni.
Al primo piano ci sarà un’esposizione sulla “potenza del saper fare”, al secondo piano “la potenza della bellezza”, al terzo piano “la potenza del limite” e al quarto piano ci sarà “la potenza del futuro”. Mentre in cima all’edificio c’è una terrazza panoramica. |
L di Lavoro |
Fra il 2012 e il 2020 l’Esposizione Universale genererà un indotto economico complessivo su Milano e sul resto d’Italia pari a 24,7 miliardi di euro. I posti di lavoro generati? Dovrebbero arrivare a toccare 199mila unità. Sono le previsioni di una ricerca sull’impatto economico dell’Expo commissionata a un team di analisti economici dell’SDA Bocconi dalla Camera di Commercio di Milano e da Expo 2015 SpA. L’impatto maggiore sarà legato ai flussi turistici, che porteranno 9,4 miliardi, di cui 4 miliardi di valore aggiunto, e richiederanno 80mila posti di lavoro, più altri 10mila dopo l’evento come effetto di lungo termine sul turismo nazionale. Le nuove imprese che nasceranno grazie ad Expo genereranno un Pil di 1,7 miliardi e 12,4mila posti di lavoro, mentre gli investimenti diretti esteri porteranno 1 miliardo di valore aggiunto e 16,5mila posti di lavoro. Infine, la ricerca ha stimato che la rivalutazione del valore degli immobili dell’area milanese legata allo svolgersi dell’evento e gli investimenti legati al sito porteranno un Pil di 1,1 miliardi di euro e richiederanno 8mila posti di lavoro. |
M di Milano |
Sono oltre 17mila, più di 100 al giorno dal centro storico all’area metropolitana, gli eventi che animeranno Milano durante Expo, da maggio a ottobre, con «ExpoinCittà». Gli appuntamenti sono organizzati a partire da dieci parole chiave, che rappresentano altrettanti filoni tematici, per permettere ai visitatori di orientarsi. Il genio di Leonardo è il protagonista assoluto del fuori Expo, con la grande mostra a Palazzo Reale dal 16 aprile al 19 luglio. «La Grande Milano è pronta», ha affermato l’assessore alla Cultura del Comune, Filippo Del Corno |
N di natura |
Il focus di Expo è l’alimentazione, certo. Ma anche la natura è una dei protagonisti dell’Esposizione. Intesa come sostenibilità nei progetti presentati dai singoli paesi (a partire dalle scelte architettoniche per i padiglioni, molti dei quali costruiti secondo criteri «green») ma anche come elemento integrante dell’area. Nella quale sono stati piantati 40mila alberi. L’obiettivo delle architetture all’interno del sito espositivo, a differenza del passato, non è infatti solo quello di stupire e lasciare a bocca aperta, bensì quello di essere, oltre che belle, ecosostenibili. Tutte le strutture saranno smontabili e riciclabili, con molti spazi aperti e dedicati alla natura |
O di Occasione per Milano e l’Italia |
E’ la parola che tutti dicono e ripetono, da sette anni: l’Expo è un’occasione per l’Italia. Anzi, è l’occasione da non mancare. Per il rilancio, per l’economia, per il turismo, per il business, per la cultura. Perché è un biglietto da visita e perché non coinvolge solo Milano, ma tutta l’Italia. |
P di Padiglioni |
I padiglioni nazionali sul sito espositivo di Expo 2015 saranno 54, compreso quello dell’Italia.
Le nazioni che hanno ufficializzato la costruzione di un self-built pavilion a Expo 2015 sono
Angola, Arabia Saudita, Argentina, Austria, Azerbaijan, Bahrain, Belgio, Bielorussia, Brasile, Bulgaria, Cile, Cina, Città del Vaticano, Colombia, Corea del Sud, Ecuador, Emirati Arabi Uniti, Estonia, Russia, Francia, Germania, Giappone, Guinea Equatoriale,Iran, Irlanda, Israele, Italia, Kazakistan, Kwait, Lettonia, Lituania,Malesia, Marocco, Messico, Moldavia, Principato di Monaco, Nepal, Oman, Polonia,Qatar, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Sri Lanka, Stati Uniti, Svizzera,Thailandia, Turkmenistan, Ungheria, Uruguay, Vietnam. E per il dopo Expo, chissà, alcuni potrebbero restare: non solo sono stati tutti concepiti per essere smontati e rimontati, ma il ministro Martina ha già proposto di tenere in piedi i più belli. |
Q di Quinoa |
La quinoa è la regina del Padiglione Bolivia con lo slogan: «Quinoa, un futuro seminato migliaia di anni fa». Madre di tutti i semi, è solamente uno degli alimenti «esotici» che si potranno assaggiare all’interno dell’Esposizione. Dal pesce palla alla kawa, fino al tonno essiccato katsuobushi, nei padiglioni dei Paesi stranieri si potranno gustare numerose specialità e spezie rare. E poi anche carne di alligatore, vespe e tanto altro: l’Expo sarà anche l’occasione per assaggiare cibi difficili da trovare altrove. |
R di Ritardi |
Così come «occasione» è da sette anni la parola chiave per Expo, i «ritardi» ne sono l’ossessione. A 360° gradi: dai ritardi nei lavori a quelli del sito internet di VeryBello, il portale dedicato del governo. E’ altra faccia della moneta, insomma: da un lato Expo è sì un’opportunità, ma c’è sempre la paura di non riuscire a coglierla. |
S di Sicurezza |
Duemila telecamere, una rete metallica di 3,15 metri di protezione veglieranno sui visitatori, con l’aggiunta di 600 militari attivi soprattutto di notte. «Ovviamente abbiamo predisposto anche tutta una serie di controlli in più. Ci stiamo lavorando, saremo pronti. Per esempio, controllo radiogeno a tutti i camion che entrano», ha sottolineato il commissario unico Giuseppe Sala |
T come cascina Triulza |
Cascina Triulza sarà l’hub di riferimento per le reti locali e internazionali del Terzo settore in occasione di Expo Milano 2015.
Unico manufatto già esistente prima di Expo 2015 all’interno del sito espositivo - il complesso, tipico della tradizione
rurale lombarda, risale almeno al XIII secolo - è anche l’unico che certamente, oltre a Palazzo Italia,
rimarrà in piedi dopo l’esposizione. La struttura sarà animata da un ricco programma culturale che continuerà a vivere
anche dopo il 2015 come punto di riferimento per la Società Civile, facendo interagire associazionismo,
cooperazione internazionale, promozione sociale con il mondo della formazione, del volontariato, del turismo responsabile e
della tutela dei diritti. Sette gli assi tematici previsti, tra cui
«stili di vita per uno sviluppo di qualità» «la responsabilità sociale dell’arte» «cittadini custodi dei beni comuni» |
U di Università |
L’Università degli Studi di Milano, la Bicocca, il Politecnico, la Iulm, la Cattolica, il San Raffaele e la Bocconi fanno parte del Comitato Scientifico Internazionale del Comune di Milano per EXPO 2015, nato per coinvolgere la città in iniziative ed eventi legati al tema «Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita». Il Comitato ha il compito di coordinare un percorso culturale e scientifico sui temi dell’Esposizione, attingendo all’enorme patrimonio di saperi del mondo universitario e ai tanti risultati della sua attività di ricerca. A presiedere l’organismo, la professoressa Claudia Sorlini, già Preside della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano |
V di Visitatori |
Venti milioni di visitatori, italiani e stranieri: sono quelli che, secondo le stime dei vertici di Expo, visiteranno l’Esposizione Universale da maggio a ottobre. «Ben 11,5 milioni entreranno nel Padiglione Italia - è la previsione del direttore generale Stefano Gatti - e il 63 per cento saranno italiani. Il nostro primo obiettivo sarà quello di sapere come fare ad accoglierli al meglio, gestendone i flussi» |
Zero di Padiglione Zero |
Curato da Davide Rampello e progettato da Michele De Lucchi, Il Padiglione Zero introduce la visita del Sito Espositivo di Expo. Come il numero che lo rappresenta, è l’inizio di tutte le storie: quella che racconta il percorso dell’uomo sulla terra in relazione al suo rapporto con l’alimentazione e con la natura |
I PADIGLIONI DI EXPO 2015 |
Si tratta di opere eco-sostenibili, riciclabili e smontabili, con strutture auto portanti e forme che si ispirano al territorio d’origine.
Da non perdere: Austria, Israele, Emirati
Il Decumano, lungo il quale sorgono i principali padiglioni di Expo 2015: opere architettoniche eco-sostenibili, riciclabili e smontabili, con strutture auto portanti e forme che si ispirano al territorio d’origine. I progettisti erano tenuti a disegnare e realizzare edifici temporanei e sostenibili seguendo linee guida anche sulla possibile dismissione e riutilizzo dei manufatti temporanei Il progetto del Padiglione Italia è il risultato di un concorso internazionale di progettazione aggiudicato da Expo 2015 S.p.A. nell’Aprile 2013; su 68 studi partecipanti, è risultato vincitore il progetto di Nemesi&Partners realizzato con Proger e BMS Progetti per la parte ingegneristica, relativa alle strutture e agli impianti, e con il professor Livio De Santoli per la sostenibilità dell’edificio Il Padiglione Italia si sviluppa su circa 13.200 mq su 6 livelli (fuori terra), un palazzo bianco cui sono annessi altri edifici temporanei sul Cardo (circa 13.700 mq su 3 livelli fuori terra). La malta utilizzata per coprire le strutture prefabbricate è composta per l’80% di aggregati riciclati L’intera superficie esterna di Palazzo Italia, 9.000 mq, è costituita da 900 pannelli di cemento «i.active Biodynamic» con principio attivo TX Active brevettato da Italcementi. A contatto con la luce del sole, il principio presente nel materiale consente di «catturare» alcuni inquinanti presenti nell’aria trasformandoli in sali inerti e contribuendo così a liberare l’atmosfera dallo smog A copertura di Palazzo Italia, Nemesi ha progettato una «vela» dal design innovativo realizzata da Stahlbau Pichler. Una copertura che interpreta l’immagine della chioma di una foresta; caratterizzata da vetro fotovoltaico e da campiture geometriche per lo più quadrangolari, piane e curve La vecchia Cascina Triulza è stata inglobata nell’area Expo e munita di nuove strutture e di un auditorium. E’ la sede delle associazioni che rappresentano la Società Civile, il volontariato e tutto il Terzo Settore. Pur essendo stata totalmente rinnovata, rappresenta un pezzo del patrimonio storico, architettonico e ambientale della Lombardia Il complesso di Cascina Triulza, esteso su un’area di 7.900 metri quadri, è gestito, in collaborazione con Expo Milano 2015, dalla Fondazione Triulza, un raggruppamento di numerose organizzazioni di rilevanza nazionale e internazionale, selezionate tramite un bando di gara. Nella Cascina Triulza ha sede Il Padiglione della Società Civile, che mostra il contributo di queste organizzazioni nell’affrontare i grandi problemi dell’umanità, valorizza esperienza concrete e buone pratiche sui temi dell’Esposizione Universale ed incentiva la collaborazione fra più soggetti in grado di promuovere proposte per un futuro sostenibile (foto Zanini) Il Padiglione della Santa Sede è stato progettato dallo studio milanese Quattroassociati. Esteso su oltre 300 metri quadrati, è dedicato al tema «Non di solo pane», promosso e gestito assieme dal Pontificio Consiglio della cultura, dalla Cei e dall’arcidiocesi di Milano. Sulle pareti esterne campeggiano due scritte: «Dacci oggi il nostro pane» e «Non di solo pane vive l’uomo» Su un’area complessiva di 747 metri quadrati, la Santa Sede vuole offrire ai visitatori uno spazio di riflessione attorno alle problematiche che ancora oggi sono connesse all’alimentazione e all’accesso al cibo, mettendo in luce come l’operazione antropologica del nutrire sia al cuore dell’esperienza cristiana. All’interno un lungo tavolo interattivo, video alle pareti, due opere d’arte sul fondo: un’«Ultima cena» del Tintoretto e un arazzo con «L’Istituzione dell’Eucaristia» di Rubens |
EUROPA |
Il Padiglione Francia, su una superficie 3.600 mq, di cui 2.000 mq edificati, ha un’ossatura di diversi tipi di legno locali (il legno lamellare riproduce nelle forme i tipici mercati coperti delle cittadine francesi) provenienti dalla regione dello Jura, a meno di 50 km dalla fabbrica che lo ha realizzato e a 200 km da Milano. Il concept ha un’anima «low-tech»: si ispira ai principi della filiera corta; l’architettura di questo edificio passivo evidenzia le innovazioni uniche in Francia in materia di architettura in legno (assemblaggi invisibili, geometrie complesse e forme curve)
Il Padiglione della Francia . Le caratteristiche costruttive dell’edificio, a ridotto consumo energetico, consentono di ottenere una ventilazione e un clima fresco totalmente naturali (niente impianti di aria condizionata). Davanti al padiglione, il giardino della diversità agricola Il progetto vincitore del Padiglione Austria è stato selezionato da una giuria composta da 7 commissari tra 56 team creativi partecipanti, sulla base di un concorso di progettazione europeo svolto in due fasi. Il vincitore del concorso di progettazione è stato il team.breathe.austria, gruppo interdisciplinare composto da rappresentanti della Università Tecnica di Graz, con la consulenza di Landscape Urbanism BDA e del Prof. Klaus K. Loenhart, e da rappresentanti dell’Università delle Risorse Naturali e Scienze della Vita di Vienna (BOKU). Il Padiglione Austria, riconoscibile dagli alberi ad alto fusto che lo circondano e dai getti di aria pura vaporizzata, che richiamano il messaggio luminoso della scritta «Breathe Austria», sulla facciata. Il Padiglione è architettonicamente conformato come un grande edificio a corte, una sorta di cornice al centro della quale sorge la principale area espositiva caratterizzata da un’imponente presenza di vegetazione che vuole ricreare l’ambiente della foresta austriaca L’area boschiva del padiglione Austria è estesa su 560 metri quadrati e fornisce O2 per 1.800 persone ogni ora (tramite una superficie foliare stimata di 43.200 metri quadrati, con produzione kg/h 62,5 di O2). E’ progettata in modo tale da assicurare un ciclo annuale regolare per l’intera durata dell’evento Il Padiglione della Svizzera si distingue per le sue quattro imponenti torri-silos. Esteso su una superficie di 4.432 metri quadri, l’edificio coniuga elementi industriali e tradizione e nasce da un progetto dello studio Netwerch GmbH Brugg. Mentre le torri, nella loro funzione di depositi, richiamano il mondo della tecnologia e delle macchine, la terrazza di legno e gli edifici con tetto a due spioventi alludono ai tradizionali paesini svizzeri Il Padiglione della Svizzera : dal Decumano vi si accede attraverso una rampa con terrazza rialzata che ospita al centro un cortile su cui affacciano le quattro torri. Sempre sulla terrazza ci sono la portineria - dove i visitatori possono munirsi del ticket per entrare nelle torri dedicate ai generi alimentari - un palcoscenico per i concerti e una trattoria con ristorante, negozio e lounge Vip nel sottotetto. Sulla piattaforma si può visitare l’esposizione tematica con approfondimenti sui settori dei generi alimentari e dell’alimentazione nella Confederazione Il Padiglione di Monaco, si distingue per il grande muro di container colorati che ne compone un lato. Esteso su 1.010 metri quadrati, nasce da un progetto dell’architetto italiano Enrico Pollini e si propone come uno spazio capace di incoraggiare il pubblico ad entrare da molti diversi punti d’accesso, riflettendo così sulle opportunità poste dall’ecologia, dal riciclo e dal riuso Il Padiglione di Monaco. Si ispira all’economia verde la struttura costruita dal Principato all’Expo 2015, il cui percorso educativo ruota intorno ai temi della solidarietà e della condivisione, per mostrare come la prosperità guadagnata nei secoli possa essere usata come incentivo per promuovere i valori della solidarietà, della protezione dell’ambiente e della crescita ecosostenibile Il Padiglione di Monaco. Lo spazio espositivo del Principato si divide in 11 stazioni create con container, ognuna delle quali rappresenta un diverso tema legato alla protezione ambientale. Da scoprire la campagna di sensibilizzazione congiunta con il WWF con cui si è di fatto proclamato il Principato di Monaco il primo Paese «senza tonno pinne blu»: un messaggio di sostenibilità a cui si è uniformata la cultura culinaria monegasca Gli spazi, l’architettura e il masterplan del padiglione della Germania sono stati progettati da Schmidhuber, di Monaco. La progettazione dei contenuti si deve invece a Milla & Partner, di Stoccarda, così come dell’allestimento e dei diversi medium espositivi. La gestione del progetto nella fase costruttiva si deve invece allo studio Nussli, di Roth presso Norimberga Il Padiglione della Germania , testimonia particolare attenzione sui prodotti sostenibili anche nell’arredamento. Il Padiglione ha uno spazio intitolato «Fields of Ideas»: il giardino delle idee, una esortazione a partecipare e con un «paesaggio» vivace, fruttuoso e ricco di idee, «dando una percezione tangibile di quanto sia importante, per l’alimentazione del futuro, sviluppare un rapporto con la natura che ne riconosca tutto il valore» Nel padiglione tedesco , la prima parte del percorso illustra le fonti dell’alimentazione (suolo, acqua, clima e biodiversità). Nello spazio «Il giardino di idee» ogni visitatore può interagire con il materiale esposto per ottenere ulteriori informazioni multimediali. Nella seconda,«Be(e)active», si può sperimentare un volo virtuale sulla Germania (attraverso 3mila schermi che proiettano paesaggi tedeschi) dalla prospettiva di due api in volo, il cui movimento sembra guidato da un direttore d’orchestra Il Padiglione dell’Irlanda, progettato dall’Irish Office of Public Works, intende guidare i visitatori a comprendere un modello di vita che rispecchia i valori di Expo Milano 2015, per garantire cibo sufficiente, buono, sano e sostenibile per le generazioni future: generazioni di aziende a conduzione familiare e di pesca raccontano come terra e mare non appartengono a noi, ma a coloro che verranno dopo di noi. Leader mondiale nel controllo e nella produzione sostenibile, l’Irlanda condivide con il pubblico di Expo la sua visione di come lavorare con la natura Entrando nel padiglione dell’Irlanda , i visitatori intraprendono un viaggio attraverso la campagna irlandese e lungo la selvaggia la costa Atlantica. Imparano come il mite clima irlandese, il suo vento e la luce che cambia continuamente, il lussureggiante paesaggio verde e la selvaggia costa atlantica abbiano contribuito a rendere possibile un’agricoltura e una pesca di rilevanza mondiale (come racconta la mostra «Wild Atlantic Way»). Il Padiglione della Gran Bretagna è stato progettato dal team di ingegneri edili e costruttori di «Stage One e Rise»: Wolfgang Buttress, il vincitore della competizione lanciata per scegliere l’architettura del padiglione, ha tradotto in termini progettuali la forza del design britannico. E’ esteso su un lotto complessivo di 1910 metri quadri e fonde il design di più alto livello con forti requisiti ecologici, che trovano origine nelle conquiste scientifiche più all’avanguardia, nelle agrotecnologie e nell’ingegneria agraria Il Padiglione della Gran Bretagna punta ad accrescere la consapevolezza globale circa l’impatto che la produzione e il consumo di cibo hanno sulla vita delle persone, ovunque nel mondo. In mostra le novità e le innovazioni raggiunte in ogni anello della catena alimentare, dal seme al piatto, dal campo alla tavola. Tecnologie agrarie, sicurezza alimentare, cibo e bevande, alimenti funzionali, logistica, apertura ai mercati globali, collaborazioni internazionali Il Padiglione della Gran Bretagna. La visita si ispira al movimento di un’ape, a partire da un’orchidea, passando per un prato fiorito fino al ritorno all’alveare, il tutto accompagnato dai rumori e dagli effetti visivi registrati da un vero alveare in Regno Unito. Vi si accede passando accanto a un gigantesco alveare di metallo che cambia colore al passaggio delle api: led che si accendono comandati dal volo degli insetti.L’obiettivo è quello di invogliare i visitatori a portare avanti il dibattito sui temi dell’educazione e della sicurezza alimentare nelle proprie scuole, università e comunità, impegnandosi verso scelte di consumo informate ed eque Il Padiglione della Slovenia nasce da una a progettazione della SoNo Arhitekti , mentre Lumar IG si è occupata della costruzione. Il Padiglione si estende su un’area espositiva di 1910 metri quadri, è organizzato in 5 piramidi di legno e vetro che propongono il tipico paesaggio montuoso della Slovenia. Al termine della visita, che culmina in uno spazio aperto con viti, ulivi e una mini-foresta vengono donati a ciascun ospite 5 chicchi di grano saraceno Il Padiglione della Slovenia. Negli spazi interni si illustra il forte collegamento tra un ambiente sano e un cibo sano prodotto a livello locale con metodi che non pesano sull’ecosistema: le risorse naturali sono infatti la chiave per un cibo sostenibile e per una buona qualità della vita. In Slovenia, dove il bosco ricopre il 60% del territorio del Paese, anche il legno è un materiale strategico e sostenibile Il Padiglione della Repubblica Ceca è un progetto altamente tecnologico, assemblato dalla Koma Modular Construction di Vizovice su progetto dello studio Chybik + Kristof Associated Architects. Il suo disegno strizza l’occhio alle tematiche principali dell’edizione 2015 di Expo: l’edificio modulare di 1500 metri quadri distribuiti su 3 piani, è stato costruito in 6 settimane e pensato per essere riutilizzato in altre occasioni future, nel rispetto dei concetti del basso impatto ambientale e della sostenibilità Il Padiglione della Repubblica Ceca : una piscina stupisce i visitatori appena entrati nel Decumano. Rappresenta la forza della Repubblica Ceca nel contribuire al dialogo globale sulla sostenibilità e le fonti di cibo: il Paese è impegnato infatti in importanti progetti (di cui realizza le tecnologie) per la potabilizzazione idrica in Africa, in Asia, ovunque ci sia carenza. Una curiosità proprio riguardo all’acqua: la Repubblica Ceca ha una lunga tradizione di gestione delle proprie risorse idriche, resa manifesta dalla presenza di numerosi centri benessere e piscine Il Padiglione della Slovacchia si estende su una superfice complessiva di 1.010 metri quadri. Il progetto, firmato dall’architetto slovacco Karol Kállay, esprime «la volontà di presentare approcci diversi e punti di vista innovativi per una coabitazione simbiotica e ispiratrice tra tradizione e modernità, dimensione globale e locale» Il Padiglione della Slovacchia esprime lo spirito di «un Paese che è ricco di risorse energetiche naturali, ma anche di vitalità, con un forte patrimonio di cultura, tradizioni ed esperienze straordinarie da vivere» L’interno del padiglione della Slovacchia racconta l’ecosistema agricolo di un Paese noto per gli sterminati campi di grano, nel quale coesistono i molteplici aspetti della filiera alimentare: dalle piccole fattorie ai grandi impianti energetici. All’esterno c’è anche un’area relax composta da un cubo di listelli di legno con una cascata che alimenta un sistema di mulini; nel mezzo, sedie a sacco dove è possibile ricaricare i propri smartphone e tablet Il Padiglione dell’Ungheria si ispira nella parte centrale all’Arca di Noè, simbolo di salvezza degli esseri viventi, mentre le due estremità laterali richiamano i tamburi sciamanici. E’ stato progettato dagli architetti Attila Ertsey, Ágnes Herczeg, Sándor Sárkány, si sviluppa su tre piani e si estende su un lotto complessivo di 1910 metri quadri. Il Padiglione dell’Ungheria. Le forme e i materiali riprendono aspetti tipici del paesaggio ungherese (come i granai, i silos di campagna e le stalle) e sono concepiti secondo i principi dell’architettura organica, sviluppatasi a metà del Novecento. I tamburi simbolici in rame e vetro su fronte e retro rimandano a radici antiche evidenziando il rapporto mistico con la natura e sono solcati dall’antico simbolo dell’albero della vita nel quale scorre l’acqua, quella ungherese, infatti, è nota per le celebri proprietà termali. L’ultimo piano ospita un giardino a cielo aperto, mentre nell’area verde esterna al Padiglione sono coltivate trentatré tipologie di frutta, verdura ed erbe medicinali Il Padiglione della Polonia - disegnato dallo studio 2PM del giovane architetto polacco Piotr Musialowski - attraverso la sua originalità e la sua forma particolare vuole rappresentare una risposta precisa al tema di Expo «Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita». E’ un solido rettangolare, la cui superficie esterna è delineata da scatole di legno. Tutto l’edificio sarà trattato come una scatola di grandi dimensioni (o una cassetta per le mele) che nasconde all’interno i suoi gioielli Nel Padiglione della Polonia, un corridoio conduce al primo piano del Padiglione. Qui i visitatori arrivano a un giardino magico. Dal suo centro si sviluppa uno stretto e tortuoso sentiero intervallato da alberi di mele. Il riflesso degli alberi negli specchi crea l’illusione di uno spazio vasto e infinito e allo stesso tempo enfatizza l’atmosfera magica del luogo. Dal giardino, i visitatori passano al successivo spazio espositivo, dove c’è una mela gigante. Partendo dall’interno della «mela», si scende fino al piano terra del Padiglione, dove continua la storia dell’economia polacca con grafiche animate e proiezioni. Il percorso conduce il visitatore al cinema, dove viene proiettata una serie di video. Il Padiglione della Romania è un’interpretazione contemporanea di un villaggio tipico, in cui i visitatori sono invitati a informarsi sulla ricca cultura, le fonti di cibo naturali, le soluzioni ecologiche per uno sviluppo sostenibile. Costruito su un’area di 887 metri quadrati, è stato progettato dall’associazione tra l’italiana Artiline e la rumena Adest Architecture, vincitrice del concorso di idee organizzato tra il 4 febbraio e l’11 marzo, cui hanno partecipato undici diversi studi creativi, tra cui due italiani Il Padiglione della Romania. L’accesso principale all’area espositiva richiama l’aspetto di un flauto di Pan. Il piano terra rievoca un viaggio attraverso le bellezze naturali della Romania. Il primo piano dà invece spazio a un’interpretazione contemporanea della tipica abitazione di un villaggio, posizionata sul delta del fiume Danubio, in legno e vetro e circondata da un ampio giardino Nel Padiglione della Romania le attività espositive sono divise in otto aree. Al piano terra «Biodiversità», «Cultura ed energia verde», «Frutta e verdura», «Cultura e tradizione», «Arte culinaria». Al primo piano «Giardino», la «Casa» (sede del ristorante) e il «Porticato» Il Padiglione dell’Estonia, progettato da Kadarik Tüür Arhitektid, è composto da tre piani di blocchi di legno accatastati uno sopra l’altro come scatole cinesi che, insieme, costituiscono la galleria estone piena di altalene appese tra le scatole. I visitatori possono trasformare l’energia cinetica creata al piano terra in energia elettrica utilizzando queste oscillazioni, comprendendo così quanta energia sia necessaria per le semplici azioni di ogni giorno, come ricaricare un telefono o accendere la luce Il Padiglione dell’Estonia è un melting pot di elementi high-tech e low-tech che presentano l’Estonia come un piccolo paese dinamico in cui le antiche tradizioni e la natura incontaminata si fondono con l’innovazione tecnologica, ad esempio la firma e la residenza digitali. Al piano terra ci sono un ristorante che propone street food, un chiosco per le informazioni e uno stand di souvenir. Sei scatole cinesi costituiscono una galleria che offre ai visitatori la possibilità di scoprire le informazioni essenziali sul Paese: al primo piano una mostra illustra i settori dell’economia estone più importanti Il Padiglione della Lituania, progettato da un gruppo di giovani architetti di Kaunas, si estende su 1.147 metri quadrati di spazio espositivo. E’ composto da due grandi cubi bianchi collegati da una passerella, che ricordano una bilancia. Racconta la tradizione in campo agricolo e artigianale del Paese e le più innovative tecnologie di produzione alimentare Nel padiglione della la Lituania, che nel 2015 festeggia i 25 anni di indipendenza e gli 11 trascorsi dall’ingresso nell’Unione Europea, si possono gustare formaggi di alta qualità, pancake, pane di segale, torte tradizionali e molti altri prodotti tipici provenienti da cooperative, fattorie familiari e piccole imprese del settore alimentare. Ma il visitatore può anche apprezzare la bellezza degli oggetti artigianali fatti con materiali naturali come lino, lana, legno, argilla e ambra Il Padiglione dell’Olanda (Paesi Bassi) sembra una grande fiera: è forse il più divertente anche se non il più originale. Il progetto si ispira a un vero e proprio luna park con una ruota panoramica. Particolarmente adatto, dunque, anche ai più piccoli. Nel padiglione dell’Olanda i visitatori possono ripercorrere la storia e le conquiste di un Paese che ha sempre dovuto lottare e convivere con la natura: le soluzioni ideate per la bonifica dei terreni strappati al mare, il miglioramento delle colture e le tecniche per la gestione dell’acqua sono esempi di soluzioni creative che possono essere sviluppate e realizzate con successo solo lavorando insieme; rappresentano il volto di una «società decentrata, democratica e socialmente consapevole, caratterizzata da una lunga storia di produzione alimentare internazionale, agricoltura innovativa ed equa distribuzione della terra, dell’acqua e delle altre risorse» Nel padiglione dell’Olanda i visitatori possono ripercorrere la storia e le conquiste di un Paese che ha sempre dovuto lottare e convivere con la natura: le soluzioni ideate per la bonifica dei terreni strappati al mare, il miglioramento delle colture e le tecniche per la gestione dell’acqua sono esempi di soluzioni creative che possono essere sviluppate e realizzate con successo solo lavorando insieme; rappresentano il volto di una «società decentrata, democratica e socialmente consapevole, caratterizzata da una lunga storia di produzione alimentare internazionale, agricoltura innovativa ed equa distribuzione della terra, dell’acqua e delle altre risorse» Il Padiglione del Belgio, progettato in collaborazione con Marc Belderbos, è incentrato sulla sostenibilità ambientale, l’innovazione tecnologica e l’identità nazionale. Ha una struttura ecosostenibile che rappresenta un modello di pianificazione urbana, la «Lobe City»: una città responsabile, vivace e interattiva Il Padiglione del Belgio, la cui partecipazione a Expo 2015 è incentrata sulla sostenibilità ambientale, l’innovazione tecnologica e l’identità nazionale. L’obiettivo è di esprimere il tema nutrizione a tutti i livelli: dall’architettura ai dettagli della scenografia fino all’offerta gastronomica per fornire una risposta integrata e coerente alle questioni vitali sollevate Il Padiglione del Belgio. La visita inizia da una pergola semicoperta, dalla quale si accede alla fattoria. Lungo una facciata di vetro, si trovano una serie di bottiglie di birra giganti che lasciano filtrare la luce. A destra, su un muro di cioccolato, alcuni schermi mostrano il know how dell’industria cioccolatiera belga. Dalla rampa del futuro, con animazioni luminose che invitano a viaggiare nel tempo, si passa nella cantina. Qui si mettono in pratica le tecniche di produzione alternativa. E i prodotti ottenuti con questi sistemi sono usati nella cucina del Padiglione (foto Zanini) Il Padiglione della Spagna si sviluppa su 2.533 metri quadri. E’ stato disegnato dallo studio B720 Arquitectos, guidato da Fermín Vázquez. Aperto e accogliente, è caratterizzato da spazi esterni e interni che si compenetrano, con una prevalenza di zone all’aria aperta in cui ci si può rilassare tra il patio degli aranci (albero simbolo dell’identità iberica) il chiringuito e l’auditorium. L’idea della convivenza tra tradizione e innovazione prende corpo in due grandi caseggiati affiancati parallelamente Il Padiglione della Spagna propone un Viaggio del sapore che inizia con una valigia di 5x4 metri, punto di partenza di un’installazione audiovisiva dell’artista catalano Antoni Miralda. Una volta oltrepassato il portico, 20 valigie proiettano altrettante proposte visive (ognuna dedicata a un alimento). Miralda ha previsto che il viaggiatore/visitatore possa rispondere – in modo interattivo – a domande sull’alimentazione Nel Padiglione iberico la mostra «Il linguaggio del sapore» guida i visitatori nell’immaginazione culinaria di un cuoco attraverso i paesaggi e gli aspetti più rappresentativi della produzione agroalimentare spagnola Il Padiglione dell’Unione Europea, sul Cardo, di fronte al Padiglione Italia e accanto all’Albero della Pace, ha una superficie totale di 1900 metri quadrati, 800 dei quali visitabili. Il budget stanziato dalla Commissione europea per la sua realizzazione ammonta a 10 milioni di euro. Progettato dall’architetto Roberto Babich, si articola su tre piani: al piano terra gli spazi espositivi veri e propri, al primo uffici dell’Unione e sala conferenze; al secondo terrazza, dedicata a eventi serali e a chi vuole godersi la vista sugli spettacoli della Lake Arena Si intitola «Coltivare insieme il futuro dell’Europa per un mondo migliore» Il Padiglione dell’Unione Europea in Expo 2015: l’Ue spiega come nutrire il pianeta voglia dire molto più che occuparsi di alimentazione. Significa dotarsi di un mercato interno ben funzionante e di un sistema multilaterale di scambi commerciali, vuol dire fissare standard igienico-sanitari per gli alimenti e favorire una logistica efficiente |
EURASIA |
Il Padiglione della Moldavia alterna edifici di vetro a una struttura color verde mela in un progetto dello studio Gorgona Architecture & Design e dell’artista Pavel Braila. Dagli elementi d’arredo alle grandi travi colorate che circondano la struttura (di 747 metri quadri), tutto è modellato per ricordare le forme di una grande mela affettata e per trasmettere ai visitatori l’idea di freschezza, gusto e tipicità che la Moldova vuole esprimere
Il Padiglione della Moldavia punta a promuovere un approccio ecologico in tutto ciò che facciamo: come ci nutriamo, come otteniamo l’energia, il modo in cui viaggiamo e come viviamo. Il tema si rispecchia in tutti gli elementi del padiglione moldavo, come l’installazione ad energia solare - che diffonde la sua «pioggia di luce» all’interno e all’esterno -, le proiezioni di film, le installazioni al neon Il Padiglione della Russia, progettato dallo studio Speech, guidato dagli architetti Sergei Tchoban, Alexei Ilyin e Marina Kuznetskayasi, si distingue per una struttura a elle con un elemento agettante - un baldacchino di 30 metri di lunghezza - decorato a specchio, che svetta dal tetto verso l’alto. Costruito su un’area di 4.000 metri quadrati, ha un’elegante facciata in legno, un interno semi-trasparente al piano terra e un tetto con giardini pensili Nel Padiglione è possibile conoscere la storia di alcuni scienziati di fama internazionale che hanno dato un contributo fondamentale allo sviluppo dell’agricoltura e della sicurezza alimentare, per sottolineare il ruolo della Paese nel nutrire il suo popolo e il mondo Il Padiglione della Turchia, su una superficie di 4.170 metri quadrati, ha una struttura ispirata ad un melograno stilizzato («nar») e ospita un giardino di platani dove degustare il tè ottomano, circondato da chioschi Il Padiglione della Turchia richiama nel suo disegno architettonico un melograno stilizzato («nar») e ospita un giardino di platani dove degustare il tè ottomano, circondati da chioschi. Nella superficie di 4.170 metri quadrati si alternano spazi aperti, semi-aperti e chiusi; con un ristorante, un negozio di souvenir, sedi espositive e un bazaar dedicato al cibo Il Padiglione della Turchia illustra l’impegno del Paese nelle politiche che sviluppano tecniche di produzione di cibo innovative, comprese quelle legate all’equilibrio ecologico, alla protezione delle speci e della sicurezza alimentare. L’ingresso al Padiglione del Turkmenistan con un grande tappeto di led che riproduce alcuni dei più bei tappeti turkmeni fatti a mano. Il progetto ha previsto anche una fontana di acqua con riprodotte le teste dei cavalli della più antica razza al mondo, l’«Ahal-Tekke». Il Padiglione del Turkmenistan affrontats i temi della produzione del cibo di qualità, della biodiversità e della salute Il Padiglione del Kazakistan occupa un’area complessiva di 2396 metri quadri e si distingue per un laghetto interno in cui nuotano gli storioni usati per la produzione di caviale. Un cinema in 3D proietta film sulla natura Il Padiglione del Kazakistan mira a sensibilizzare il visitatore sul tema della tutela delle risorse agricole e naturali, sulla cultura e l’idea dello sviluppo sostenibile, sulla cui rotta il Paese vuole decisamente incamminarsi Il Padiglione dell’Azerbaigian è stato progettato da Simmetrico Network con forme architettoniche essenziali. E’ realizzate con materiali tradizionali quali il legno e la pietra lavorati in modo innovativo e abbinati a vetro e metallo.A fine Expo è previsto lo smantellamento e il trasferimento del padiglione a Baku, un processo facilitato dalle tecniche costruttive Il Padiglione dell’Azerbaigian realizzato con legno e pietra abbinati a vetro e metallo: una «pelle» di flessuose lamelle lignee avvolge i lati dell’edificio, che si sviluppa su un’area di 887 metri quadri. La varietà di spazi e forme vuole evocare la grande diversità bioclimatica e culturale dell’Azerbaigian Il Padiglione della Bielorussia si distingue lungo il Decumano per la sua collina verde, corta di fiori, tagliata in due da una sorta di ruota di mulino: la Ruota della Vita, che con materiale audiovisivo e interattivo racconta sviluppo del settore agricolo nel Paese e il suo dinamismo Il Padiglione della Bielorussia ospita l’area espositiva, lo spazio per il ristoro con l’assaggio dei prodotti tipici bielorussi, l’area commerciale e lo spazio dove si susseguono seminari di scienziati, lezioni di esperti, performance artistiche ed esibizioni di gruppi musicali folk. L’esposizione diventa così un «organismo vivente» |
MEDIO ORIENTE |
Il Padiglione degli Emirati Arabi Uniti - progettato da Foster + Partners - è tra i più visitati di Expo 2015: il suo ingresso riproduce le geometrie scavate dall’acqua di uno «uadi», un canyon nel deserto, e delle dune . Rampe dalle forme sinuose portano nel cuore del Padiglione, dove è proiettato il filmato «Family Tree». A fine cortometraggio, i visitatori vengono guidati in uno spazio teatrale interattivo, nel quale sono coinvolti per portare a termine la storia
Il Padiglione degli Emirati Arabi esplora le sfide reali che si presentano nel nutrire il pianeta, in particolare nei temi intrecciati di terra, cibo, energia e acqua. Inoltre evidenzia anche alcune delle soluzioni innovative che gli Emirati hanno sviluppato in questi settori Il Padiglione del Qatar, la cui struttura richiama la forma del tradizionale «Jefeer», simbolo qatarino: un cesto di foglie di palma utilizzato da sempre dagli abitanti del Paese per la conservazione degli alimenti, per portare doni e scambiare merci. E’ stato progettato dallo Studio Andrea Maffei Architects di Milano su una superficie di 2.450 mq. Nella struttura c’è anche un teatro: «Uno spazio pronto ad ospitare eventi, anche degli altri Paesi presenti all’Esposizione Universale» E' dedicato al tema «Seminare sostenibilità, soluzioni innovative per un cibo sostenibile».Il Qatar ha tentato in questi anni una serie di approcci scientifici per affrontare le sfide legate alla mancanza di cibo e di acqua in modo il più possibile sostenibile: per l’approvvigionamento idrico ha investito soprattutto sulla desalinizzazione dell’acqua del mare Il Padiglione del Qatar , paese desertico che partecipa all’Esposizione Universale con l’obiettivo di mostrare il suo impegno nella salvaguardia della sicurezza alimentare, anche attraverso la promozione del vivere sano e dell’educazione dei cittadini alla gestione responsabile dell’acqua e delle risorse Il Padiglione del Kuwait, alla cui realizzazione hanno contribuito gli studi Nüssli e Italo Rota, riprende la sagoma dei dhow, tipiche imbarcazioni del Golfo Arabico: si notano infatti lungo il Decumano le grandi vele posizionate sul lato sinistro del Padiglione, progettato da Italo Rota Il Padiglione del Kuwait . Il Kuwait nel 1953 ha costruito il primo impianto al mondo di desalinizzazione a tecnologia Msf (multi-stage flash) e oggi ha sette impianti che producono 1,85 miliardi di litri d’acqua al giorno. L’impianto di Sulaibiyah tratta invece le acque reflue, depurandone 600.000 metri cubi al giorno. Il Padiglione del Bahrain, 2.000 metri quadrati racconta una storia agraria ricca e unica, favorita dalle abbondanti sorgenti di acqua dolce che scorrono in questa terra, altrimenti arida. Nel padiglione si può fare un viaggio attraverso dieci orti botanici, ognuno caratterizzato da piante che porteranno frutto in momenti diversi del Semestre Expo Il Padiglione del Bahrain, accanto all’Angola. Progettato dall’architetto Anne Holtrop e dal paesaggista Anouk Vogel, è concepito come un paesaggio continuo di frutteti che si intersecano in una serie di spazi espositivi chiusi. Costruito in pannelli prefabbricati in calcestruzzo bianco, Il Padiglione verrà trasferito in Bahrain alla fine di Expo Milano 2015 e sarà ricostruito trasformandosi in un giardino botanico Il Padiglione del Bahrain, accanto all’Angola. Progettato dall’architetto Anne Holtrop e dal paesaggista Anouk Vogel, è concepito come un paesaggio continuo di frutteti che si intersecano in una serie di spazi espositivi chiusi. Costruito in pannelli prefabbricati in calcestruzzo bianco, Il Padiglione verrà trasferito in Bahrain alla fine di Expo Milano 2015 e sarà ricostruito trasformandosi in un giardino botanico Il Padiglione del sultanato dell’Oman racconta una delle zone più aride del pianeta, dove gestione e custodia dell’acqua sono un’arte che conduce a produrre datteri ma anche miele Il Padiglione dell’Oman : nel sultanato l’acqua è la chiave di volta del sistema agricolo; raccolti e bestiame dipendono da essa. Con risibili precipitazioni e limitate riserve sotterranee, il settore primario dipende ancora largamente dagli antichi sistemi di irrigazione, gli «aflaj». Questi canali sfruttano la gravità terrestre per distribuire sapientemente e ritmicamente l’acqua dove e quando c’è bisogno. Cinque di questi canali sono stati riconosciuti dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità Il Padiglione della Repubblica Islamica dell’Iran è stato studiato dal team guidato dall’architetto locale Kamran Safamanesh, la prima fase avanzata di architettura è stata sviluppata da Rah Shahr Architectural Consulting Engineers mentre la seconda fase è stata seguita dallo studio italiano RPA S.r.l. Il Padiglione iraniano : tradizione, sostenibilità, apertura verso la diversità, sviluppati dall’Iran grazie alla sua posizione strategica di ponte tra Oriente e Occidente, sono i suoi tre temi guida Interno del padiglione iraniano : è diviso in due livelli distinti; il piano superiore è dedicato allo spazio espositivo, diviso secondo le sette regioni climatiche dell’Iran; l’inferiore è riservato ai prodotti tipici e alla cucina iraniana, insieme a tutti gli altri servizi richiesti il turismo Il Padiglione di Israele è uno straordinario studio sull’agricoltura di frontiera, sulle tecniche che hanno permesso agli israeliani di coltivare il deserto. Il suo tema di partecipazione «I campi di domani» è sviluppato dal «giardino verticale» ideato dall’architetto David Knafo: parete lunga 70 metri e alta 12 interamente adorna di piante vive, i cui fiori e colori cambiano col passare delle stagioni. Si estende su un’area di 2369 mq Il Padiglione di Israele con le parete di campi verticali. Expo Milano 2015 è l’occasione per Israele di mettere a disposizione dei visitatori le competenze acquisite in questi anni, come un grande «granaio di conoscenze» Il Padiglione di Israele con le parete di campi verticali. Expo Milano 2015 è l’occasione per Israele di mettere a disposizione dei visitatori le competenze acquisite in questi anni, come un grande «granaio di conoscenze» |
AFRICA |
Il Padiglione del Marocco ricorda una cittadella fortificata araba. Al termine della visita, ci si può rilassare nel tipico giardino mediterraneo, con palme, olivi e aranci che richiamano il milione e mezzo di fattorie del Paese
Il Padiglione del Marocco è costruito attorno a una scoperta sensoriale, al cibo e alla gastronomia, e vuole rappresentare tutte le diversità esistenti all’interno del Paese, mostrando la ricchezza dei suoi alimenti e dei suoi sapori, diversi in base ai suoi terroirs. Il progetto stilizzato del Padiglione del Sudan si ispira alla casa «nubiana», il nucleo abitativo caratteristico dell’Alto Nilo. Si sviluppa su un solo livello con un cortile centrale, fulcro della vita casalinga sudanese e luogo adibito al consumo dei pasti sul quale si affacciano diverse stanze tematiche. Qui vengono serviti piatti tipici, bevande naturali ed è presente un’esposizione di prodotti in pelle e altri oggetti del folklore sudanese Il Padiglione del Sudan (foto Zanini) è stato progettato dagli architetti dello studio Woodlab e realizzato con Bio-House group. L´edificio in legno è stato realizzato seguendo il metodo a telaio: montate tutte le pareti (mentre le fondazioni erano state realizzate due settimane prima), si è provveduto . Il Padiglione dell’Angola ha un concept architettonico ispirato alla riproduzione dell’«imbondeiro», il baobab africano, albero sacro nella cultura angolana. E’ diviso in tre piani più terrazzo, si estende su una superficie di circa 2.000 metri quadri ed è costruito in materiali sostenibili, con una struttura molto semplice che può essere facilmente smontata e riutilizzata Il Padiglione dell’Angola esprime la consapevolezza della società angolana nei confronti del cibo, partendo da scuole e Università, fino a giungere alla definizione di norme che regolino la produzione dei cibi locali e importati, introducendo livelli qualitativi anche nei mercati locali. |
ASIA |
Il Padiglione del Giappone si sviluppa su uno spazio espositivo di 4.170 metri quadri, con un’ampia entrata e uno sviluppo in lunghezza, come una casa tradizionale di Kyoto. Oltre a materiali naturali come bambù e legno, non mancano tecnologie informatiche e sistemi per il risparmio energetico
Il Giappone vuole proporre la propria cultura alimentare come esempio di nutrimento sano, sostenibile ed equilibrato, nonché come modello per alleviare i problemi mondiali relativi alla fame e all’ecologia. Allo stesso tempo, è un’occasione per rilanciare l’immagine del Paese dopo il terremoto del 2011, favorendo il turismo e le opportunità di business Il Padiglione del Giappone, composto da 17mila pezzi di legno incastrati tra loro in modo da lasciar penetrare la luce solare, ospita un ristorante da dieci tavoli sedendosi ai quali è possibile fare un pranzo virtuale. Il cibo, infatti, appare sul piano del tavolo con una spiegazione delle sue caratteristiche Il Padiglione della Thailandia è come uno «ngob», cappello tipico del coltivatore di riso. Si estende su uno spazio complessivo di 2.947 metri quadri Lo ngob esiste solo in Thailandia, dove viene utilizzato fin dai tempi antichi, e per questo è l’emblema del sapere contadino e della saggezza locale Tre i temi del padiglione della Thalandia: «Innovazioni tempestive, servire un sogno»(prevenire la fame nel mondo;); «Sostenibilità, l’equilibrio della vita»; «Sapori, vie e aromi Thai» (uno sguardo più da vicino alla cucina thai) Il Padiglione della Thailandia è come uno «ngob», cappello tipico del coltivatore di riso. Si estende su uno spazio complessivo di 2.947 metri quadri Lo ngob esiste solo in Thailandia, dove viene utilizzato fin dai tempi antichi, e per questo è l’emblema del sapere contadino e della saggezza locale Il Padiglione del Nepal è stato progettato da Implementing Expert Group (Ieg), lo stesso gruppo di architetti scelto dal governo nepalese per seguire anche le esposizioni universali del 1988, 1990, 2000 e 2010. Ricorda strutturalmente la forma del mandala. Il costruttore Ieg ha istruito squadre di carpentieri, muratori, artigiani e artisti per replicare gli elementi costruttivi delle più belle abitazioni tradizionali nepalesi Il Padiglione del Nepal ; la sua costruzione è stata quasi ultimata nonostante il forzato rientro in patria di molti operai dopo il terremoto che ha devastato il Paese Il Padiglione dell’Indonesia, costruito dalla cooperativa Koperasi Pelastari Budaya Nusantara,si articola su un lotto di 1.100 metri quadrati, collocato all’ingresso Est del sito espositivo. Racconta la produzione agroalimentare del Paese e i fattori che hanno consentito la sua straordinaria crescita Il Padiglione dell’Indonesia , che è stato progettato dallo studio guidato da Rubiadhi Satyasushima Widura: all’interno, lo spettacolo «Oculus» propone un viaggio virtuale nel Paese; grazie a un’immersione in immagini e suoni ai visitatori hanno l’impressione di essere sull’arcipelago Il Padiglione della Malesia si sviluppa su 2.047 metri quadrati e ha la forma di quattro semi della foresta pluviale, lungo i quali si sviluppa la visita. La struttura esterna dei semi è costruita con il “Glulam” o legno lamellare, un innovativo legno strutturale ricavato da materiale locale sostenibile. Nel quarto seme, musica, arte e cultura illustrano lo spirito malese Nel padiglione della Malesia si racconta l’equilibrio tra il rispetto della biodiversità e l’agricoltura commerciale «raggiunto attraverso gli antichi saperi malesi e gli usi tradizionali». I visitatori possono scoprire il programma dell’Agricolture National Key Economic Area grazie a cui l’agricoltura, dalle sue dimensioni su piccola scala, diverrà un settore chiave della vita economica del Paese(foto Zanini) Il Padiglione della Malesia si sviluppa su 2.047 metri quadrati e ha la forma di quattro semi della foresta pluviale, lungo i quali si sviluppa la visita. La struttura esterna dei semi è costruita con il “Glulam” o legno lamellare, un innovativo legno strutturale ricavato da materiale locale sostenibile. Nel quarto seme, musica, arte e cultura illustrano lo spirito malese Il Padiglione del Vietnam, caratterizzato dalla forma di fiore di loto, esibisce oltre a elementi di storia e arte, riso, caffè, pepe, frutta secca e frutti di mare: i prodotti più esportati si ritrovano in 887 metri quadri, in modo tale da dare il massimo risalto all’essenza della cucina vietnamita Il Padiglione del Vietnam , inizialmente progettato da Doan Thanh Ha e Tran Ngoc Phuong, giovani architetti dello studio H&P Il Padiglione della Cina progettato da progettato da Yichen Lu, della Tsinghua University + Studio Link-Arc. Le linee ondulate indicano la necessità di integrare in maniera armoniosa la crescita tumultuosa delle sue metropoli con il paesaggio agrario tradizionale. Il progetto è uno dei più affascinanti, internamente, ma anche per li tetti sinuosi. Il tema scelto da Pechino è l’atteggiamento di gratitudine, rispetto e cooperazione del popolo: la terra nutre l’uomo dalle origini, la speranza è la prospettiva di un futuro in cui il cibo consenta la vita di tutti Il Padiglione della Cina all’Expo : agricoltura, alimentazione, ambiente, sviluppo sostenibile sono al centro del padiglione dalle straordinarie architetture, per ricordare con la filosofia cinese che «l’uomo è parte integrante della natura» perciò è fondamentale la ricerca di equilibrio tra gli esseri umani e l’ambiente Il Padiglione della Cina all’Expo . Tre i temi intorno a cui si dipana l’esposizione, su un’area di 4.590 metri quadri: «Il dono della natura», «Cibo per la vita» (la produzione, le Otto famose scuole di cucina cinese, la cultura del tè) e «Tecnologia e futuro», che documenta i progressi scientifici, tra cui il riso ibrido del professor Yuan Longping e il riciclo in agricoltura Il Padiglione della Cina si estende nel complesso su un’area di 4.590 metri quadri. Ma il Celeste Impero è presente anche con altre due installazioni a Expo: Il Padiglione della multinazionale immobiliare Vanke e quello della China Corporate United, rispettivamente 900 e 1.200 metri quadri. Con queste tre aree la Cina è il Paese straniero con la maggiore esposizione Il Padiglione della Corea del Sud si ispira nelle forme ad una antica giara bianca del periodo della dinastia Choseon (1392-1910), il cosiddetto «Vaso Luna» (Moon Jar), ceramica tradizionale coreana il cui nome deriva dalla somiglianza con la luna piena e in cui si conservano ancora oggi cibi fermentati come i jeod-gal (frutti di mare sotto sale) e i jang (salse e paste) Il Padiglione della Corea del Sud . Al pianterreno sono presenti il ristorante Hansik e il negozio di «prodotti culturali». La tavola è il punto focale del padiglione e offre un menù speciale basato, sui concetti di Salute, Armonia e Guarigione |
AMERICHE |
Il Padiglione degli Stati Uniti è stato progettato dall’italiano Andrea Grassi e dall’archistar Usa Jim Bieber. E’ un edificio sostenibile che rende omaggio alla ricca storia agricola dell’America con una struttura aperta delimitata da una grande zona agricola verticale (come Il Padiglione di Israele), un campo da cui si ottiene ogni giorno un raccolto
Il Padiglione degli Usa è dedicato al tema «Cibo Americano 2.0: Uniti per nutrire il Pianeta» e racconta la storia del cibo americano – della sua innovazione, diversità e imprenditorialità - in tappe che vanno dalla sicurezza alimentare alla politica, alle relazioni internazionali, a scienza e tecnologia, nutrizione e salute, oltre alla cultura culinaria Visitatori in coda davanti al padiglione degli Usa: passerella in legno recuperato proviene dal lungomare di Coney Island; sul tetto c’è una terrazza panoramica. Ma l’elemento distintivo è la grande «fattoria verticale». Nelle forme la struttura si ispira a un tradizionale granaio americano aperto Il Padiglione del Cile, progettato dall’architetto Cristián Undurraga, si sviluppa in uno spazio di 1.910 metri quadri, . È un volume sospeso, una grande architrave in legno avvolta da uno scheletro in travi incrociate sollevata da quattro pilastri di cemento che creano uno spazio intermedio, l’orizzonte temperato tipico dell’architettura cilena Il Padiglione del Cile , grande struttura in legno, vuole essere incentrato sull’arte dell’ospitalità: all’ingresso un punto relax con tavoli e panche, poi si incontra la cucina del Cile, i suoi sapori e i suoi colori. Un gruppo di statue rosse con sagoma di contadini indica il percorso da seguire: un tunnel circondato da 24 proiettori sincronizzati cala il visitatore in una realtà virtuale, su una barca di pescatori in mare o tra i vigneti Carmenere Il Padiglione del Cile : la presenza del Paese sudamericano manifesta l’impegno a favore della protezione delle risorse idriche e della produzione di cibo sostenibile per tutti. Il materiale principe, il legno, è usato per ricordare che la superficie forestale in Cile è in aumento, in controtendenza rispetto alla deforestazione in corso sulla Terra Il Padiglione del Messico progettato dall’architetto Francisco López Guerra. Situato sull’incrocio tra il Cardo e il Decumano, si estende su un’area di 1.910 metri quadri ed è strutturato su 5 livelli connessi con un sistema a rampe ispirato agli antichi terrazzamenti agricoli e l’ingegnoso sistema di irrigazione attivo durante l’impero di Nezahualcóyotl, il «re poeta» (1427-1472). Il suo tema è «La semilla de un nuevo mundo: comida, diversidad, patrimonio» («Messico, il seme di un nuovo mondo: cibo, diversità ed eredità») e si concretizza in un omaggio al mais e ai suoi collegamenti con il ciclo della vita, la sostenibilità ambientale e la catena alimentare Anche nelle sue forme Il Padiglione del Messico si ispira a una pannocchia che nasce da un intreccio di foglie di granturco essiccate. Al visitatore propone un viaggio ideale nel mais, il simbolo per eccellenza della cultura gastronomica messicana e base della nutrizione del popolo. Il paese d’origine del prezioso chicco è proprio il Messico - con una storia che affonda le sue radici nella mitologia maya, secondo cui l’uomo fu generato dal mais - e ancora oggi, per oltre 100 milioni di messicani, il mais è l’alimento base della cucina locale. Il mais dal 2010 vanta anche un riconoscimento dell’Unesco, quello di Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità Il Padiglione della Colombia si estende su 1.907 metri quadri. Offre un’esperienza sensoriale fatta di musica, colori, sapori, ambienti e percezioni grazie a un percorso itinerante attraverso i cinque «piani termici» (da 0 a oltre 5000 metri sul livello del mare ) che caratterizzano la Colombia e attraverso i prodotti tipici che li rappresentano Il Padiglione della Colombia, disegnato dallo Studio Cardenas di Milano: il Paese vuole dimostrare che è possibile assicurare un’alimentazione sostenibile, sana, buona e sufficiente per tutti; «grazie alla sua posizione geografica e alla sua vasta disponibilità di risorse naturali, la Colombia è la prova che si può raggiungere un equilibrio tra uomo e natura» Il Padiglione della Colombia è stato costruito con legno d’abete rosso della Carnia e mutuando le tecniche del muro a secco, senza usate cemento. La struttura è stata pensata e disegnata come un contributo a Cristoforo Colombo. Esteso su 907 metri quadri, porta il visitatore a ripercorrere le cinque aree termiche del Paese: in Colombia, infatti, il clima non è determinato dalle stagioni bensì dai luoghi geografici e dalle altitudini Il Padiglione dell’Uruguay, progettato da un team di architetti uruguayani, è costituito da un unico volume cilindrico, interamente realizzato con materiali riciclabili, posizionato in un lotto di circa 750 metri quadrati Il Padiglione dell’Uruguay ha uno slogan squillante: «Qui cresce la vita!». E’ stato pensato per spiegare «il concetto di uno sviluppo pensato per il benessere delle persone, nel quale la cura della vita, dell’energia e dell’origine degli alimenti sono strumenti per un fine unico, che è la felicità della gente» Il Padiglione dell’Uruguay, ha una forma ad elisse che si proietta su tre piani realizzati interamente con materiali riciclabili Il Padiglione dell’Ecuador, il cui progetto è stato realizzato da un consorzio di imprese internazionali: Zorrozua y Asociados hanno curato la parte architettonica, Eurostands la realizzazione e gli allestimenti Il Padiglione dell’Ecuador in 800 metri quadri alterna spazio di ristorazione, un negozio dove trovare i migliori prodotti manifatturieri ecuadoregni e, al primo piano, un’esposizione che include 4 video dedicati alle macroregioni che compongono il Paese: Amazzonia, Ande, Costa e Galapagos Nel padiglione dell’Ecuador c’è perfino il profumo del cibo: un sistema di odorama riprodurrà gli aromi e ologrammi tridimensionali di ultima generazione faranno vedere i prodotti gastronomici tipici, che fluttueranno sospesi nella sala (foto Fotogramma) Il Padiglione del Brasile è stato progettato dall’architetto di San Paolo Arthur Casas, su un’area di 4133 metri quadri. Al design degli interni hanno collaborato Atelier Marko Brajovic e l’Italiano Studio Mosae. Il suo percorso racconta tutte le possibilità in fase di studio e realizzazione «per aumentare e diversificare la produzione alimentare e venire incontro alla domanda di cibo del mondo, usando tecnologie avanzate in modo sostenibili» Il Padiglione del Brasile con gli spazi espositivi «nascosti» sotto una gigantesca rete elastica. Il Padiglione utilizza la metafora della rete - flessibilità, fluidità, decentralizzazione - per mostrare la connessione e l’integrazione dei diversi soggetti grazie ai quali il Brasile ha conquistato il primato mondiale come produttore di cibo Il fantastico e gigantesco tappeto elastico del Padiglione del Brasile, sempre affollato di adulti e bambini. Tre i tipi di approccio del grande Paese al tema «nutrire il mondo»: tecnologico, culturale e sociale Il Padiglione dell’Argentina, formato da silos allineati, lancia il messaggio: «Siamo molto più di un semplice serbatoio di materie prime» Il Padiglione dell’Argentina è organizzato su 4 temi: «L’Argentina nutre i suoi cittadini», «L’Argentina nutre il mondo» (sulla varietà di prodotti primari come cereali, frutta, verdura, carne, prodotti ittici: il Paese è il quinto esportatore mondiale di alimenti), «L’Argentina nutre la conoscenza» e «L’Argentina nutre il dibattito», dedicato alle sfide globali della sovranità alimentare e dello sviluppo equanime |
ALTRI PADIGLIONI |
Il Padiglione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite lancia la «Sfida fame zero» chiedendo ai Paesi membri di unirsi per un futuro sostenibile
Il Padiglione dell’Onu è articolato in diversi gruppi di edifici che ospitano i diversi cluster: qui quello del riso con sezioni dedicate ai diversi Paesi produttori. Una delle tappe fondamentali dell’itinerario è il Giardino Onu all’inizio del Decumano, area verde che racconta i progetti delle Nazioni Unite e delle agenzie del suo sistema: dalle emergenze ai programmi di sviluppo Uno degli edifici del Padiglione «diffuso» dell’Onu: grandi cucchiai blu guidano i visitatori lungo l’itinerario delle Nazioni Unite dentro l’Expo Il Padiglione Zero, progettato dall’architetto Michele De Lucchi e curato da Davide Rampello, è Il Padiglione di introduzione ai temi dell’Esposizione universale. Con un percorso espositivo di circa 5 mila metri quadri, conduce i visitatori in un viaggio scenografico attraverso la storia alimentare dell’Uomo e verso quello che è un obiettivo fondamentale delle Nazioni Unite: garantire a tutte le persone il diritto ad avere cibo sicuro e nutriente per condurre delle vite sane e produttive, senza compromettere i bisogni delle generazioni future Il Padiglione Zero, progettato dall’architetto Michele De Lucchi e curato da Davide Rampello, è Il Padiglione di introduzione ai temi dell’Esposizione universale. Quanto l’uomo ha prodotto dalla sua comparsa sulla Terra fino a oggi, le trasformazioni del paesaggio naturale, la cultura e i rituali del consumo, sono il punto di partenza per qualsiasi progetto futuro La scultura Seme di Emilio Isgrò al Padiglione Zero |
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Il Padiglione Vanke, voluto dalla multinazionale immobiliare da 2,3 miliardi di dollari di fatturato, che fornisce oltre mezzo milione di unità abitative in Cina. Nel disegno della struttura, l’archistar Daniel Libeskind si è ispirato a una serie di evocazioni: dall’antico pensiero di Confucio e Lao Tzu fino al Rinascimento e all’arte contemporanea
Caratterizzato dal colore rosso e dalla forma sinuosa, è uno dei padiglioni commerciali cinesi .Ideato per la nota multinazionale da Daniel Libeskind, ha un forte effetto tridimensionale. Esteso su una superficie di 1.000 metri quadri, dispiega circa 300 schermi multimediali, ideati da Ralph Appelbaum Associates, che proiettano un corto di 8 minuti sulla vita delle comunità Shitang cinesi. Per raccontare la storia del popolo cinese strettamente connessa con la vita della società contemporanea, il designer Han Jiaying converte in inchiostro bianco e nero alcuni elementi rappresentativi della cultura alimentare cinese, come le bacchette Il Padiglione Coca Cola, progettato dall’architetto Gianluca Peia è ispirato a sostenibilità e riuso e sarà infatti donato come impianto sportivo alla comunità milanese. E’ la sintesi del patrimonio e della visione della Company, in linea con il tema dell’Esposizione Universale «Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita» Il Padiglione della Coca Cola è un parallelepipedo alto 12 m con una superficie complessiva di 1.000 mq, è interamente realizzato con materiali ecosostenibili: legno, vetro e acqua daranno vita a uno spazio iconico, ma allo stesso tempo contemporaneo e all’avanguardia. Le pareti esterne laterali, in vetro e legno, riproducono il celebre logo Coca-Cola e la silhouette di Contour, la storica bottiglia in vetro della Coca Cola, che nel 2015 festeggia i 100 anni L’ingresso del Padiglione Coca Cola: come l’uscita è caratterizzato sui lati da cascate d’acqua sui cui sono proiettati video e animazioni. L’acqua consente la ventilazione naturale (per questo gli ingressi sono privi di porte e chiusure) in modo tale da far risparmiare in emissioni: non esiste infatti impianto di aria condizionata nel padiglione Il Padiglione della New Hollande Agricolture è stato costruito per la multinazionale leader mondiale della meccanizzazione agricola su disegno dello studio Carlo Ratti Associati. Lo ha realizzato RecchiEngineering, leader italiana nel campo del Project and Construction Management Il concept del padiglione della New Holland è ispirato alla strategia «Clean Energy Leader®» che la società persegue dal 2006 e in particolare al progetto Energy Independent Farm presentato e premiato nel 2009 al Salone Internazionale dei fornitori del settore agricolo e dell’allevamento di Parigi, basato sull’autosufficienza energetica delle aziende agricole e sulla convinzione che, liberandosi dai vincoli dei combustibili fossili, gli agricoltori possano «coltivare» le proprie fonti bioenergetiche Un grande trattore New Holland: il veicolo sul tetto del padiglione dello sponsor è abbastanza evidente nel panorama di Expo 2015 Il Padiglione Alitalia-Etihad si trova vicino a quello della Coca Cola: è un edifico di circa 1.150 metri quadri, articolati su due piani. Lo ha progettato la italiana Ets - Engineering and Technical Services di Villa d’Almè Il Padiglione Alitalia-Etihad comprende un avveniristico Social Hub al piano terra e la Premium Lounge al piano superiore - con sedute kobi disegnate da Patrick Norguet per Alias, marchio leader del design made in Italy, e tavoli cross table firmati da Alfredo Häberli -, uno spazio dedicato ai frequent flyers e agli stakeholder delle compagnie |