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Hiroshima 6 agosto 1945
Il giorno che il sole cadde sulla terra
70° Anniversario



Alle 8:16 del 6 agosto 1945, l’equipaggio del bombardiere B-29 comandato da Paul Tibbets sgancia la bomba atomica “Little Boy” sulla città di Hiroshima, a cui farà seguito il secondo ordigno atomico “Fat Man” su Nagasaki alle 11:02 del 9 agosto. Si stima che le vittime siano state circa duecentomila, oltre a centinaia di migliaia di sopravvissuti che perderanno la vita per gli effetti delle radiazioni. Nella foto i resti di un orologio da polso, conservato al Museo della Pace di Hiroshima, fermo all’ora dell’esplosione (AP Photo/Yuichiro Sasaki)

L’equipaggio del bombardiere B-29, nominato Enola Gay in onore della madre del pilota Paul Tibbets (AFP)

Per effetto della bomba atomica l’80% degli edifici di Hiroshima viene raso al suolo: nella foto l’ex Sala per la Promozione industriale rimasta in piedi, nonostante si trovasse solo a pochi metri dall’epicentro dell’esplosione. Oggi è patrimonio dell’UNESCO e Memoriale della Pace (AP Photo)

Una veduta della città di Hiroshima devastata dalla bomba atomica. L’ordigno da 4 tonnellate, battezzato 'Little Boy', esplose in aria a 580 metri, come stabilito dai calcoli per avere il massimo della potenza distruttiva, e sviluppò un'ondata di calore che raggiunse i 4.000 gradi centigradi in un raggio di oltre 4 chilometri, bruciando tutto all’istante (AP Photo/Max Desfor)

Nella foto una veduta della città prima e dopo il lancio della bomba atomica (AFP )

Soldati e civili camminano tra le rovine della città due giorni dopo l’esplosione (AP Photo)

Circa 80mila abitanti della città morirono sul colpo, quasi altrettanti furono feriti (AP Photo)

Le vittime accertate delle due bombe atomiche furono oltre 220mila, migliaia persero la vita nei mesi e negli anni successivi per i danni provocati dalle radiazioni nucleari (AP Photo)

Molte donne in gravidanza al momento dell'esplosione, persero i figli o diedero alla luce bambini con gravi deformazioni (AP Photo)

Dopo l’onda termica arrivò l’onda d’urto della detonazione che travolse ogni cosa e ogni persona nell’arco di 16 chilometri (AP Photo)

Una combinazione che sommata alle radiazioni causò sugli esseri umani conseguenze oltre ogni immaginazione

Migliaia di persone travolte dall’esplosione cercarono conforto per le ustioni nel fiume, la temperatura, infatti, era arrivata a 4000 gradi centigradi, superiore a quella di un altoforno, e alcuni tecnici sostengono che il corpo umano, a una tale temperatura, evapora (AP Photo)

La prima pagina del Corriere Lombardo dell‘8 agosto 1945 riportava queste parole: « Radio Tokyo informa che la bomba atomica ha letteralmente polverizzato tutti gli esseri viventi che si trovavano a Hiroshima. I morti e i feriti sono assolutamente irriconoscibili e le autorità non sono in grado di fornire dati  circa il numero approssimativo delle vittime. La città è un immenso cumulo di rovine» (AFP Photo)

É stato calcolato che lo spostamento d’aria causato dall’esplosione raggiunse, alla sua velocità massima, oltre i 400 metri al secondo spazzando via la città (AP Photo/U.S. Air Force)

Il 9 agosto alle 11:02, il B-29 “BOCKSCAR”, pilotato da Charles Sweeney, sgancia sulla città di Nagasaki la seconda bomba atomica soprannominata “Fat Man” (Courtesy Library of Congress)

L’obiettivo iniziale era la città di Kokura, ma le cattive condizioni meteorologiche dirigeranno il B-29 verso Nagasaki. La bomba esplode a circa 550 metri sulla città con una potenza molto più elevata che su Hiroshima (Courtesy Library of Congress)

“Fat Man” viene sganciata a 4 chilometri dall’obiettivo prestabilito, nonostante l’errore il numero delle vittime è stato comunque elevato, circa 40mila persone rimangono uccise all’istante (AP Photo)

Il presidente americano Truman, lo stesso giorno dichiara: «Ringraziamo Dio che la bomba atomica l’abbiamo noi, invece dei nostri nemici, e preghiamo Dio che ci guidi a usarla nel Suo modo e secondo i Suoi propositi» (Ap Photo/Stanley Troutman)

Dopo la seconda bomba atomica sganciata su Nagasaki, il 10 agosto il Giappone accetta di arrendersi alla condizione che l’autorità dell’Imperatore non venga messa in discussione, ma il 13 agosto, sottoposto a un nuovo devastante raid aereo, capitolerà definitivamente accettando la resa incondizionata. Nella foto la delegazione nipponica si incontra con gli alleati sulla nave corazzata Missouri il 2 settembre 1945, per firmare la resa del Giappone, sancendo così la fine della seconda guerra mondiale (Afp Photo)

Ogni anno a Hiroshima si ricordano le vittime del bombardamento atomico e si rinnova l’appello al mondo per l’eliminazione totale delle armi nucleari. Nella foto la commemorazione del 7 agosto 1948 (AP Photo/Charles Gorry)



A partire dal 1942, il governo degli Stati Uniti acquisisce più di 60.000 acri nel Tennessee per realizzare il Progetto Manhattan, la massiccia operazione governativa per lo sviluppo della bomba atomica, e nasce così la città segreta di Oak Ridge, un immenso laboratorio con lo scopo di separare isotopi di uranio e produrre plutonio da utilizzare per lo sviluppo di un'arma nucleare, che nel periodo bellico arriverà a ospitare migliaia di lavoratori e le loro famiglie. Un sito completamente recintato e protetto da guardie armate, in cui i lavoratori devono giurare segretezza, anche se la maggior parte di loro é all’oscuro di cosa vi si produca realmente. Il fotografo Ed Westcott è l’unico autorizzato dal Governo a riprendere la costruzione dell’impianto di Oak Ridge, gli esperimenti scientifici, le manovre militari e la vita quotidiana dei suoi abitanti. Nella foto un cartellone posto all’ingresso di Oak Ridge, nel dicembre 1943 recita: «Ciò che vedete qui, ciò che fate qui, ciò che sentite qui, quando ve ne andate, lasciatelo qui» (Courtesy Ed Westcott/American Museum of Science and Energy)

Operatrici della struttura Y-12 a Oak Ridge, lo stabilimento per la separazione elettromagnetica dell'uranio 235, operativo a ciclo continuo insieme agli altri impianti X-10, K-25 e S-50. Gladys Owens, la donna seduta in primo piano a destra, racconterà circa 50 anni dopo di non esser mai stata a conoscenza di cosa si producesse realmente all’interno degli impianti (Courtesy Ed Westcott/American Museum of Science and Energy)

L’ingresso alla città di Oak Ridge controllato dai militari (Courtesy Ed Westcott/American Museum of Science and Energy)

La sala di controllo principale dell’impianto K25 per l’arricchimento dell’uranio (Courtesy Ed Westcott/American Museum of Science and Energy)

Il fisico J. Robert Oppenheimer a Oak Ridge, negli anni del Progetto Manhattan (Courtesy Ed Westcott/American Museum of Science and Energy)

Una foto a colori della struttura di Oak Ridge nel 1944 (Courtesy Ed Westcott/American Museum of Science and Energy)

Operazioni di saldatura nell'impianto K-25: al culmine della produzione furono impiegati quasi 100.000 lavoratori nella città segreta del Tennessee (Courtesy Ed Westcott/American Museum of Science and Energy)

Tutta la vita degli abitanti ruota intorno alla ricerca sull’atomo, persino il gioco dei bambini (Courtesy Ed Westcott/American Museum of Science and Energy)

L’impianto Y-12 adibito alla separazione elettromagnetica dell'uranio 235 (Courtesy Ed Westcott/American Museum of Science and Energy)

Gli operai addetti alla manutenzione dell’impianto K-25, per la separazione dell'uranio-235 e 238 (Courtesy Ed Westcott/American Museum of Science and Energy)

Una residente di Oak Ridge si sottopone alla macchina della verità, parte integrante del controllo di sicurezza collegato al Progetto Manhattan (Courtesy Ed Westcott/American Museum of Science and Energy)

Il cambio di turno delle lavoratrici dallo stabilimento Y-12 (Courtesy Ed Westcott/American Museum of Science and Energy)

I passatempi dei bambini di Oak Ridge (Courtesy Ed Westcott/American Museum of Science and Energy)

Gli alloggi temporanei della città fantasma: la crescita degli impianti porterà la popolazione a crescere da 3000 unità nel 1942 a circa 75.000 nel 1945 (Courtesy Ed Westcott/American Museum of Science and Energy)

La sala ricreazione dei bambini di Oak Ridge (Courtesy Ed Westcott/American Museum of Science and Energy)

Il reattore di grafite X-10 sviluppato da Enrico Fermi e dai suoi colleghi, un impianto dimostrativo per il processo di produzione continuo del plutonio (Courtesy Ed Westcott/American Museum of Science and Energy)

La festa del Victory Day a Jackson Square, nel centro di Oak Ridge, nell’agosto del 1945: solo dopo la notizia della bomba sganciata su Hiroshima, la popolazione della città segreta potrà sapere chiaramente a cosa aveva lavorato durante i tre anni precedenti (Courtesy Ed Westcott/American Museum of Science and Energy)

Dopo la seconda guerra mondiale la ricerca svolta presso l'Oak Ridge National Laboratory si concentra sull'uso dell'atomo per scopi civili. Nella foto il Grove Theatre di Oak Ridge nel 1947 dove viene proiettato “L’inizio o la fine: storia della bomba atomica e di Oak Ridge” (Courtesy Ed Westcott/American Museum of Science and Energy)

La mostra itinerante "Atomi per la Pace", parte del programma voluto dal Presidente Dwight D. Eisenhower e dalla commissione per l’energia atomica (Courtesy Ed Westcott/American Museum of Science and Energy)

Con la creazione del Dipartimento dell'Energia nel 1977, il centro di Oak Ridge estende i suoi ambiti di competenza anche alla ricerca e produzione di energia. Nella foto una veduta dell’impianto K-25 adibito all’arricchimento dell'uranio, nel novembre del 1958 (Courtesy Ed Westcott/American Museum of Science and Energy)

Il senatore John F. Kennedy visita i laboratori dell’Oak Ridge National Laboratory nel febbraio del 1959 (Courtesy Ed Westcott/American Museum of Science and Energy)

Una mostra itinerante a Oak Ridge nel 1966 illustra agli abitanti della città le possibili applicazioni della ricerca sul nucleare (Courtesy Ed Westcott/American Museum of Science and Energy)

Un ritratto di Ed Westcott, l’autore di questo reportage e fotografo ufficiale del progetto Manhattan (Courtesy Ed Westcott/American Museum of Science and Energy)



Due membri delle forze di occupazione australiana osservano i resti della città di Hiroshima dal balcone di uno dei pochi edifici rimasto in piedi, nell'aprile del 1946 (Ap Photo)