Una delle icone di Manhattan. Capace di concentrare su di sé lo sguardo seppur dominata in altezza da grattacieli da 300 e
passa metri. E, all'interno, di far dimenticare la sua stessa funzione: perché in effetti, dei treni,
a soffermarsi nel suo grandioso Concourse, a percorrerlo ripensando a film come Cotton Club o North by Northwest
(Intrigo internazionale), e, più recentemente, Gossip girl, ci si dimentica quasi. E' l'immensa, irreale
Grand Central Terminal di New York, la stazione ferroviaria nel cuore della metropoli che il
2 Febbraio 1913 celebra i suoi primi cento anni di gloria, crisi e rinascita.
Grandissima espressione dell'allora imperante Art Deco, GCT mostra, quasi ostenta, quei richiami colossal al classicismo
che fu, tipici delle costruzioni simbolo nelle nascenti metropoli dell'era della grande rivoluzione industriale.
In questo caso, marmi e citazioni classiche intimidiscono più che mai, anche per la monumentalità di insieme del complesso:
a tutt'oggi il più grande terminale ferroviario del pianeta,
quello con più binari (123 e 46 marciapiedi),
rimane la struttura newyorkese con le fondamenta che più hanno scavato in profondità - 200 piedi, 61 metri - di tutta la Grande Mela.
Il tutto in un contesto dove è costretta a rivaleggiare con edifici alti 500 metri e oltre...
Concentrato dell'energia e del desiderio di mostrarla di tutte le dinastie che fecero grande la città del
Nord Est Usa (nel pool che la portò alla luce c'erano i Vanderblit, William Rockefeller e J. P. Morgan)
la stazione è oggi uno dei siti più visitati e riconoscibili della metropoli,
con una stima di 21,8 milioni di turisti - non passeggeri dei treni, semplici visitatori - all'anno.
D'altra parte, a fronte dei dei 700 mila passeggeri trasportati al giorno, si contano 20 mila "shoppers" e i
turisti di tutto il mondo che ammirano il particolarissimo ambiente, "una città nella città",
come la definì il New York Times già alla sua nascita, un secolo fa.
Fu pensata per sostituire il preesistente Grand Central Depot,
creato nel 1876, ma ben presto inadeguato a sostenere
il crescente traffico tramviario-ferroviario, e anche automobilistico, che circolava "per strada", attorno alla stazione,
di fatto poco più di un hangar attorno a cui il flusso ruotava e accostava.
Episodio scatenante, un tragico incidente, nel 1902: un convoglio in movimento letteralmente si sfracellò
su un altro treno in sosta, causando la morte immediata di 15 passeggeri.
Di lì nacque l'idea di una stazione che incubasse il traffico. Ci vollero 11 anni
per varare il progetto,
demolire la vecchia stazione, creare una struttura che occupa un'area di 19 ettari, costruire un tunnel
sotterraneo che si dipana per 55 isolati, dalla 42ma strada in cui la stazione si svela in tutto il
suo splendore, alla 97ma, demolire la bellezza di 180 edifici tra la 42ma e la 50ma.
Per far sorgere quell'effetto di città al coperto che oggi vediamo. Spesa complessiva,
80 milioni di dollari del tempo,
paragonabili a 2 miliardi di dollari (1,3- 1,4 miliardi di euro) attuali.
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