La "Crisi dei Missili di Cuba" fu un confronto tra USA e URSS conseguente al tentativo di invasione di Cuba,
nell' Aprile del 1961 e al relativo spiegamento difensivo nell' Isola di Cuba di missili nucleari sovietici.
La crisi iniziò il 15 ottobre 1962 e durò tredici giorni, in seguito alla loro scoperta, il 14 ottobre, da parte di un aereo americano U2 in volo da ricognizione sopra il territorio cubano. Dopo giorni di tensione, Nikita Sergeevic Chruscev, vista la fermezza di Washington e di John Fitzgerald Kennedy, ordinò il ritiro dei missili in cambio della promessa di non invasione dell'isola e del ritiro dei missili Jupiter installati nelle basi di Turchia e Italia, avvenuto sei mesi più tardi. |
Per sbarco nella "Baia dei Porci" si intende il fallito tentativo da parte di esuli cubani addestrati dalla CIA di conquistare la parte sud-ovest di Cuba e rovesciare il governo cubano di Fidel Castro. L'operazione, appoggiata dal governo statunitense, venne lanciata nell' Aprile 1961, neanche tre mesi dopo l'insediamento di John Fitzgerald Kennedy alla presidenza. Le forze armate cubane, equipaggiate ed addestrate dalle nazioni filo-sovietiche del blocco orientale, sconfissero la forza d' invasione in tre giorni di combattimenti. La forza da sbarco principale prese terra in una spiaggia chiamata Playa Girón. Il piano preparato dalla CIA fu denominato Programma per un'azione segreta contro il regime di Castro (A Program of Covert Action against the Castro Regime) ed in seguito chiamato operazione Zapata, dal nome geografico della zona da conquistare (Ciénaga de Zapata). L'operazione screditò la propaganda elettorale di John F. Kennedy, detta della "Nuova Frontiera", improntata su auspici di pace e libertà. |
(Zoom attivabile al passaggio del Mouse)