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100° Anniversario Amundsen al Polo Sud

Roald Amundsen al Polo Sud Rotta di Amundsen Robert Scott al Polo Sud
«Ecco qui il Polo Sud, un’enorme distesa piatta, non si vede una sola irregolarità. Il Sole gira attorno all’orizzonte praticamente sempre alla stessa altezza e splende e scalda da un cielo senza nuvole. Questa sera l’aria è ferma e c’è una tale pace».
Roald Engelbregt Gravning Amundsen (16 July 1872 - 18(?) June 1928)
È la cronaca di Roald Amundsen piena di stupore, di gioia poetica, di soddisfazione per la grande impresa compiuta: la conquista dell’Antartide, dell’estremo sud del pianeta. Erano le tre del pomeriggio. Nessuno era mai arrivato laggiù, nessuno aveva mai visto quel cielo. Accadeva il 14 dicembre 1911 e il norvegese batteva l’inglese Robert Scott anche lui impegnato in quei giorni nell’ardua impresa. Era felice della vittoria ma sapeva che cosa voleva dire perdere perché il suo primo sogno era stato conquistare il Polo Nord, ma l’americano Robert Peary lo anticipò. Allora Amundsen puntò all’Antartide, ancora inviolata, percorrendo 2.800 chilometri in 99 giorni alla velocità media di 27 Km al giorno all’andata e 37 al ritorno. Scott e il suo equipaggio, invece, rimasero prigionieri dei ghiacci e tutti trovarono la morte. Restano solo diari pieni di strazio e disperazione. Per arrivare in Antartide Amundsen aveva navigato con la nave Framm, «Avanti» in norvegese, costruita apposta e utilizzata con successo da un altro grande esploratore norvegese, Fridjof Nansen, poi ambasciatore e premio Nobel per la pace. Le sue caratteristiche erano state concepite proprio per affrontare le distese ghiacciate: struttura arrotondata, elica e timone retrattili, motore ausiliario che Amundsen rese ancora più potente garantendogli maggiore autonomia. E per ingannare Scott fece anche una manovra diversiva fino allo stretto di Magellano. L’inizio della traversata sui ghiacci iniziò l’8 settembre 1911 con sette compagni e 86 cani. Il gruppo si divise il 20 ottobre. Tre esplorarono la Terra di Edoardo VII mentre Amundsen e altri tre proseguirono verso l’ambita meta, conquistandola. La scelta vincente, oltre a un addestramento meticoloso, fu mettere gli uomini sugli sci e far trainare le slitte dai cani. Nansen aveva scoperto che la velocità era uguale e lui adottò la preziosa tecnica. Ma la fortuna a un certo punto della vita lo abbandonò e quando nel 1928 volava in soccorso dell’amico Umberto Nobile prigioniero nella tenda rossa al Polo Nord, il suo aereo scomparve nel nulla e di Amundsen, l’uomo dallo sguardo di ghiaccio, rimase solo il mito, ancora vivo.
Roald Amundsen, Helmer Hanssen, Sverre Hassel and Oscar Wisting at "Polheim", the tent erected at the South Pole on 16 December 1911. The top flag is the Flag of Norway; the bottom is marked "Fram". Photograph by Olav Bjaaland.