Blitz in Pakistan, ucciso Bin Laden
«Giustizia è fatta», l'America è in festa
Il capo di Al Qaeda freddato con un colpo alla testa. Si nascondeva in un compound di lusso fuori Islamabad
"Buona sera. Questa sera, posso rendere noto agli agli americani e al mondo che gli Stati Uniti hanno condotto un'operazione in cui è stato ucciso Osama bin laden, il leader di al Qaeda, un terrorista responsabile dell'assassinio di migliaia di uomini, donne, bambini innocenti. E' stato quasi dieci anni fa che un giorno di sole di settembre è stato offuscato dal peggior attacco contro gli americani della nostra storia.
Le immagini dell'11/9 sono incise nella nostra memoria nazionale - gli aerei dirottati che squarciano un cielo sereno di settembre: le Torri gemelle che crollano a terra; fumo nero che si elevata dal Pentagono; i rottami del volo 93 a Shanksville, in Pennsylavania, dove le gesta di cittadini eroici hanno evitato ulteriori lutti e distruzione. Eppure, sappiamo che le immagini piu' atroci sono state quelle che il mondo non ha visto. Le sedie vuote a cena. I bambini costretti a crescere senza la loro mamma o il loro papa'. Genitori che non potranno mai provare l'abbraccio dei loro bimbi. Quasi 3mila cittadini ci sono stati sottratti, lasciando una voragine nei nostri cuori.
L'11 settembre del 2001, nel momento del lutto, gli americani si sono uniti. Abbiamo offerto ai ai nostri vicini una mano, e ai feriti il nostro sangue. Abbiamo riaffermato i legami che ci legano l'uno all'altro, e il nostro amore per la comunita' e per il Paese. Quel giorno, indipendentemente dalle nostre origini, da quale Dio pregassimo, o da quale fosse la nostra razza o la nostra etnia, ci siamo uniti in un'unica famiglia americana. Siamo stati anche uniti nella nostra determinazione a proteggere il nostro paese e a portare i colpevoli di questo orrendo attacco di fronte alla giustizia. Abbiamo imparato velocemente che gli attacchi dell'11/9 erano stati portati a termine da al Qaeda, un'organizzazione guidata da Osama bin Laden, che ha dichiarato apertamente guerra agli Stati Uniti e che si e' impegnata nell'uccisione di innocenti nel nostro paese e nel mondo. E quindi siamo andati in guerra contro al Qaeda per proteggere i nostri cittadini, i nostri amici, i nostri alleati.
Negli ultimi dieci anni, grazie al lavoro eroico e senza sosta dei nostri militari e dei nostri esperti di anti terrorismo, abbiamo proseguito di buona lena questo sforzo. Abbiamo scongiurato attacchi terroristici e rafforzato la difesa del nostro territorio. In Afghanistan, abbiamo rimosso il governo talebano, che aveva offerto a bin Laden e ad al Qaeda sostegno e rifugio sicuro. E intorno al mondo, abbiamo lavorato insieme ai nostri amici e alleati per catturare o uccidere terroristi di al Qaeda, inclusi alcuni che avevano partecipato alla pianificazione degli attacchi dl 11/9.
Malgrado questo, Osama bin Laden è sfuggito alla cattura ed è scappato attraverso dall'Afghanistan al Pakistan. Nel frattempo, al Qaeda ha continuato a operare attraverso questo confine e a operare attraverso le organizzazioni che le sono affiliate nel mondo. E quindi, poco dopo aver assunto la mia carica, ho istruito Leon Panetta, il direttore della Cia, di fare dell'uccisione o della cattura di Obama bin Laden la sua priorita' numero uno nella nostra guerra contro al Qaeda, mentre continuavamo i nostri ampi sforzi per danneggiate, smantellare e sconfiggere questa rete Poi, lo scorso agosto, dopo anni di lavoro estenuante da parte della nostra comunita' dell'intelligence, sono stato informato di una possibile traccia in direzione di bin Laden.
Una traccia tutt'altro che certa, e sono stati necessari diversi mesi per accertare questa pista. Ho ripetutamente incontrato i miei esperti di sicurezza nazionale mano a mano che raccoglievamo piu' informazioni sulla possibilita' di aver individuato bin Laden nascosto in un 'compound' in pieno Pakistan. E infine, la scorsa settimana, ho concluso che avevamo elementi di intelligence sufficienti per agire, e ho augorizzato un'operazione per prendere Osama bin Laden e portarlo di fronte alla giustizia.
Oggi, su mia direzione, gli Stati Uniti hanno condotto un'operazione mirata contro il 'compound' di Abbottabad, in Pakistan. Un piccolo gruppo di americani ha portato a termine l'operazione con coraggio e capacita' straordinarie. Nessun americano è rimasto ferito. Sono stati attenti a evitare vittime civili. Dopo uno scontro a fuoco, hanno ucciso Osama bin Laden e preso in consegna il suo corpo.
Per oltre due decenni, bin Laden e' stato il leader e il simbolo di al Qaeda, e ha continuato a pianificare attacchi contro il nostro paese e contro i nostri amici ed alleati. La morte di bin Laden segna il risultato piu' significativo a oggi nel nostro sforzo di sconfiggere al Qaeda.
Eppure, la sua morte non segna la fine del nostro sforzo. Non c'è dubbio che al Qaeda continuera' a perseguire attacchi contro di noi. Dobbiamo, e lo faremo, rimanere vigili in patria e all'estero. Proprio come stiamo facendo ora, dobbiamo anche riaffermare che gli Stati Uniti non sono, e non saranno mai, in guerra con l'Islam. Abbiamo chiarito, proprio come lo aveva fatto il Presidente Bush poco dopo l'11/9, che la nostra guerra non è contro l'Islam. Bin Laden non era un leader musulmano. Era uno sterminatore di musulmani. Al Qaeda infatti ha massacrato dozzine di musulmano in numerosi paesi, incluso il nostro. Quindi il suo decesso, deve essere accolto positivamente da tutti coloro che credono nella pace e nella
dignità dell'uomo.
Negli anni, ho ripetutamente chiarito che avremmo agito contro il Pakistan, se avessimo saputo dove si trovava bin Laden. Questo è quanto abbiamo fatto. Ma è importante notare che la nostra cooperazione nell'anti terrorismo con il Pakistan ci ha aiutato ad arrivare a bin Laden e al coumpound in cui si nascondeva. Bin Laden ha infatti dichiarato guerra anche contro il Pakistan, e ordinato attacchi contro i pachistani.
Questa sera ho chiamato il Presidente Zardari e i miei consiglieri hanno anche parlato con le loro controparti pachistane. Hanno concordato che questo è un giorno positivo e storico per entrambi i Paesi. E andando avanti, è essenziale che il Pakistan continui a cooperare con noi nella lotta contro al Qaeda e i suoi affiliati.
Non sono stati gli americani a scegliere questa guerra. E' arrivata sulle nostre coste e l'hanno iniziata con il massacro privo di senso dei nostri cittadini. Dopo quasi dieci anni di servizio, combattimento e sacrificio, conosciamo i costi della guerra. Questi sforzi pesano su di me ogni volta che io, come comandante in capo, devo firmare una lettera a una famiglia che ha perso un suo caro, o guardare negli occhi un militare gravemente ferito.
Gli americani capiscono i costi della guerra. Eppure, come paese, non tollereremo mai che la nostra sicurezza sia minacciata, e non rimarremo mai fermi quando i nostri cittadini vengono uccisi. Noi continuiamo senza sosta a difendere i nostri cittadini, i nostri amici e alleati. Rimarremo fedeli ai valori che ci fanno quello che siamo. E
in giornate come questa, posiamo dire alle famiglie che hanno perso i loro cari a causa del terrorismo di al Qaeda: giustizia è stata fatta.
Questa sera, noi ringraziamo gli innumerevoli professionisti dell'intelligence e dell'anti terrorismo che hanno lavorato senza sosta per raggiungere questo risultato. Gli americani non hanno visto il loro lavoro, e neanche conoscono i loro nomi. Ma questa sera, sentono la soddisfazione del loro lavoro e il risultato del loro perseguire la giustizia. Ringraziamo gli uomini che hanno portato a termine questa operazione, perche' riassumono la professionalita', il patriottismo, e il coraggio senza paralleli di coloro che prestano servizio per questo Paese. facciamo parte di una generazione che si e' assunta la gran parte del peso, da quel giorno di settembre.
Infine, lasciatemi dire alle famiglie che hanno perso i loro cari l'11/9 che non abbiamo mai dimenticato la loro perdita, né vacillato nel nostro impegno ad arrivare ad assistere a cio' a cui assistiamo oggi, che faremo qualunque cosa sia necessaria per prevenire un altro attacco sulle nostre coste. E oggi, pensiamo al senso di unità che ha prevalso l'11/9. So che, a volte, si è infragilito. Eppure, il risultato di oggi e' un testamento per la grandezza del nostro paese e per la determinazione degli americani.
L'obiettivo di rendere sicuro il nostro paese non è raggiunto completamente. Ma questa sera, ci viene ancora una volta ricordato che l'America puo' fare qualunque cosa si metta in testa di fare. Questa è la storia della nostra storia, che sia il perseguimento della prosperita' dei nostri cittadini o la lotta per la loro uguaglianza. Il nostro impegno per difendere i nostri valori all'estero e i nostri sacrifici per rendere il mondo un posto piu' sicuro.
Ricordiamoci che siamo in grado di fare queste cose non grazie a ricchezza o potere, ma perche' siamo cio' che siamo: una nazione, sotto Dio, indivisibile, con liberta' e giustizia per tutti. Grazia a tutti. Che Dio vi benedica. E che possa benedire gli Stati Uniti d'America.
Annuncio del presidente Barack Obama
"Buona sera. Questa sera, posso rendere noto agli agli americani e al mondo che gli Stati Uniti hanno condotto un'operazione in cui è stato ucciso Osama bin laden, il leader di al Qaeda, un terrorista responsabile dell'assassinio di migliaia di uomini, donne, bambini innocenti. E' stato quasi dieci anni fa che un giorno di sole di settembre è stato offuscato dal peggior attacco contro gli americani della nostra storia.
Le immagini dell'11/9 sono incise nella nostra memoria nazionale - gli aerei dirottati che squarciano un cielo sereno di settembre: le Torri gemelle che crollano a terra; fumo nero che si elevata dal Pentagono; i rottami del volo 93 a Shanksville, in Pennsylavania, dove le gesta di cittadini eroici hanno evitato ulteriori lutti e distruzione. Eppure, sappiamo che le immagini piu' atroci sono state quelle che il mondo non ha visto. Le sedie vuote a cena. I bambini costretti a crescere senza la loro mamma o il loro papa'. Genitori che non potranno mai provare l'abbraccio dei loro bimbi. Quasi 3mila cittadini ci sono stati sottratti, lasciando una voragine nei nostri cuori.
L'11 settembre del 2001, nel momento del lutto, gli americani si sono uniti. Abbiamo offerto ai ai nostri vicini una mano, e ai feriti il nostro sangue. Abbiamo riaffermato i legami che ci legano l'uno all'altro, e il nostro amore per la comunita' e per il Paese. Quel giorno, indipendentemente dalle nostre origini, da quale Dio pregassimo, o da quale fosse la nostra razza o la nostra etnia, ci siamo uniti in un'unica famiglia americana. Siamo stati anche uniti nella nostra determinazione a proteggere il nostro paese e a portare i colpevoli di questo orrendo attacco di fronte alla giustizia. Abbiamo imparato velocemente che gli attacchi dell'11/9 erano stati portati a termine da al Qaeda, un'organizzazione guidata da Osama bin Laden, che ha dichiarato apertamente guerra agli Stati Uniti e che si e' impegnata nell'uccisione di innocenti nel nostro paese e nel mondo. E quindi siamo andati in guerra contro al Qaeda per proteggere i nostri cittadini, i nostri amici, i nostri alleati.
Negli ultimi dieci anni, grazie al lavoro eroico e senza sosta dei nostri militari e dei nostri esperti di anti terrorismo, abbiamo proseguito di buona lena questo sforzo. Abbiamo scongiurato attacchi terroristici e rafforzato la difesa del nostro territorio. In Afghanistan, abbiamo rimosso il governo talebano, che aveva offerto a bin Laden e ad al Qaeda sostegno e rifugio sicuro. E intorno al mondo, abbiamo lavorato insieme ai nostri amici e alleati per catturare o uccidere terroristi di al Qaeda, inclusi alcuni che avevano partecipato alla pianificazione degli attacchi dl 11/9.
Malgrado questo, Osama bin Laden è sfuggito alla cattura ed è scappato attraverso dall'Afghanistan al Pakistan. Nel frattempo, al Qaeda ha continuato a operare attraverso questo confine e a operare attraverso le organizzazioni che le sono affiliate nel mondo. E quindi, poco dopo aver assunto la mia carica, ho istruito Leon Panetta, il direttore della Cia, di fare dell'uccisione o della cattura di Obama bin Laden la sua priorita' numero uno nella nostra guerra contro al Qaeda, mentre continuavamo i nostri ampi sforzi per danneggiate, smantellare e sconfiggere questa rete Poi, lo scorso agosto, dopo anni di lavoro estenuante da parte della nostra comunita' dell'intelligence, sono stato informato di una possibile traccia in direzione di bin Laden.
Una traccia tutt'altro che certa, e sono stati necessari diversi mesi per accertare questa pista. Ho ripetutamente incontrato i miei esperti di sicurezza nazionale mano a mano che raccoglievamo piu' informazioni sulla possibilita' di aver individuato bin Laden nascosto in un 'compound' in pieno Pakistan. E infine, la scorsa settimana, ho concluso che avevamo elementi di intelligence sufficienti per agire, e ho augorizzato un'operazione per prendere Osama bin Laden e portarlo di fronte alla giustizia.
Oggi, su mia direzione, gli Stati Uniti hanno condotto un'operazione mirata contro il 'compound' di Abbottabad, in Pakistan. Un piccolo gruppo di americani ha portato a termine l'operazione con coraggio e capacita' straordinarie. Nessun americano è rimasto ferito. Sono stati attenti a evitare vittime civili. Dopo uno scontro a fuoco, hanno ucciso Osama bin Laden e preso in consegna il suo corpo.
Per oltre due decenni, bin Laden e' stato il leader e il simbolo di al Qaeda, e ha continuato a pianificare attacchi contro il nostro paese e contro i nostri amici ed alleati. La morte di bin Laden segna il risultato piu' significativo a oggi nel nostro sforzo di sconfiggere al Qaeda.
Eppure, la sua morte non segna la fine del nostro sforzo. Non c'è dubbio che al Qaeda continuera' a perseguire attacchi contro di noi. Dobbiamo, e lo faremo, rimanere vigili in patria e all'estero. Proprio come stiamo facendo ora, dobbiamo anche riaffermare che gli Stati Uniti non sono, e non saranno mai, in guerra con l'Islam. Abbiamo chiarito, proprio come lo aveva fatto il Presidente Bush poco dopo l'11/9, che la nostra guerra non è contro l'Islam. Bin Laden non era un leader musulmano. Era uno sterminatore di musulmani. Al Qaeda infatti ha massacrato dozzine di musulmano in numerosi paesi, incluso il nostro. Quindi il suo decesso, deve essere accolto positivamente da tutti coloro che credono nella pace e nella
dignità dell'uomo.
Negli anni, ho ripetutamente chiarito che avremmo agito contro il Pakistan, se avessimo saputo dove si trovava bin Laden. Questo è quanto abbiamo fatto. Ma è importante notare che la nostra cooperazione nell'anti terrorismo con il Pakistan ci ha aiutato ad arrivare a bin Laden e al coumpound in cui si nascondeva. Bin Laden ha infatti dichiarato guerra anche contro il Pakistan, e ordinato attacchi contro i pachistani.
Questa sera ho chiamato il Presidente Zardari e i miei consiglieri hanno anche parlato con le loro controparti pachistane. Hanno concordato che questo è un giorno positivo e storico per entrambi i Paesi. E andando avanti, è essenziale che il Pakistan continui a cooperare con noi nella lotta contro al Qaeda e i suoi affiliati.
Non sono stati gli americani a scegliere questa guerra. E' arrivata sulle nostre coste e l'hanno iniziata con il massacro privo di senso dei nostri cittadini. Dopo quasi dieci anni di servizio, combattimento e sacrificio, conosciamo i costi della guerra. Questi sforzi pesano su di me ogni volta che io, come comandante in capo, devo firmare una lettera a una famiglia che ha perso un suo caro, o guardare negli occhi un militare gravemente ferito.
Gli americani capiscono i costi della guerra. Eppure, come paese, non tollereremo mai che la nostra sicurezza sia minacciata, e non rimarremo mai fermi quando i nostri cittadini vengono uccisi. Noi continuiamo senza sosta a difendere i nostri cittadini, i nostri amici e alleati. Rimarremo fedeli ai valori che ci fanno quello che siamo. E
in giornate come questa, posiamo dire alle famiglie che hanno perso i loro cari a causa del terrorismo di al Qaeda: giustizia è stata fatta.
Questa sera, noi ringraziamo gli innumerevoli professionisti dell'intelligence e dell'anti terrorismo che hanno lavorato senza sosta per raggiungere questo risultato. Gli americani non hanno visto il loro lavoro, e neanche conoscono i loro nomi. Ma questa sera, sentono la soddisfazione del loro lavoro e il risultato del loro perseguire la giustizia. Ringraziamo gli uomini che hanno portato a termine questa operazione, perche' riassumono la professionalita', il patriottismo, e il coraggio senza paralleli di coloro che prestano servizio per questo Paese. facciamo parte di una generazione che si e' assunta la gran parte del peso, da quel giorno di settembre.
Infine, lasciatemi dire alle famiglie che hanno perso i loro cari l'11/9 che non abbiamo mai dimenticato la loro perdita, né vacillato nel nostro impegno ad arrivare ad assistere a cio' a cui assistiamo oggi, che faremo qualunque cosa sia necessaria per prevenire un altro attacco sulle nostre coste. E oggi, pensiamo al senso di unità che ha prevalso l'11/9. So che, a volte, si è infragilito. Eppure, il risultato di oggi e' un testamento per la grandezza del nostro paese e per la determinazione degli americani.
L'obiettivo di rendere sicuro il nostro paese non è raggiunto completamente. Ma questa sera, ci viene ancora una volta ricordato che l'America puo' fare qualunque cosa si metta in testa di fare. Questa è la storia della nostra storia, che sia il perseguimento della prosperita' dei nostri cittadini o la lotta per la loro uguaglianza. Il nostro impegno per difendere i nostri valori all'estero e i nostri sacrifici per rendere il mondo un posto piu' sicuro.
Ricordiamoci che siamo in grado di fare queste cose non grazie a ricchezza o potere, ma perche' siamo cio' che siamo: una nazione, sotto Dio, indivisibile, con liberta' e giustizia per tutti. Grazia a tutti. Che Dio vi benedica. E che possa benedire gli Stati Uniti d'America.
«Osama Bin Laden è stato ucciso. Giustizia è fatta». L'annuncio del presidente americano Barack Obama in diretta tv, quando in Italia erano quasi le 5 del mattino, scuote gli Stati Uniti e rimbalza nei cinque continenti. Il ricercato numero uno al mondo, il simbolo del terrore, l'uomo che ha incarnato il Male a partire dalla terribile strage del settembre di 10 anni fa a New York, è morto. Negli Stati Uniti le parole di Obama hanno un effetto immediato: la gente si riversa per strada nel cuore della notte. E festeggia. Il coro «Usa, Usa», l'inno nazionale cantato a squarciagola, le bandiere a stelle e strisce che sventolano, le urla di gioia. L'America, dopo dieci anni, ritrova orgoglio e vigore con una notizia che segna una vittoria che forse nessuno più attendeva dopo la lunga e fino ad oggi infruttuosa caccia al terrorista-simbolo che sembrava inafferrabile. Sfuggito alla cattura sulle montagne di Tora Bora, nei mesi immediatamente seguenti l'11 settembre, Bin Laden aveva continuato a guidare la rete terroristica cambiando diversi nascondigli e facendosi sentire periodicamente con messaggi in video o in audio. Ma tutto questo ora appartiene al passato. Le manifestazioni di giubilo nelle principali città americane sono andate avanti tutta la notte: Times Square e Ground Zero a New York e il mall davanti alla Casa Bianca a Washington i luoghi simbolo di questa celebration night che diventerà inevitabilmente il contrappunto dei pianti e dell'America in ginocchio dopo il crollo delle Torri Gemelle.
Osama Bin Laden è stato ucciso con un colpo di arma da fuoco alla testa, durante la sparatoria ingaggiata nel corso del blitz, pianificato negli ultimi due mesi e condotto contro quella che era diventata la residenza segreta del leader terrorista, un condominio fortificato a circa 70 chilometri a nord di Islamabad. Con lui sono state uccise altre quattro persone. Fonti del Pentagono riferiscono che le forze speciali che hanno effettuato l'operazione avevano provato più volte il piano di attacco per evitare vittime tra civili innocenti. Uno dei quattro elicotteri che hanno preso parte all'operazione contro il compound di Bin Laden, secondo fonti ufficiali coperte da anonimato, si sarebbe schiantato dopo essere stato raggiunto da colpi d'arma da fuoco esplosi da terra, anche se viene specificato che non ci sono state vittime. La fonte ha aggiunto che durante il raid donne e bambini sono stati presi in custodia.
Il corpo di Bin Laden, è stato annunciato, è «in custodia» alle forze militari statunitensi, anche se un funzionario americano ha parlato di una sepoltura in mare già effettuata nel rispetto dei dettami della religione islamica. Diversi siti mettono in dubbi l'autenticità dell'immagine del corpo tumefatto di Bin Laden diffusa dalla tv pakistana e anche il sito peacereporter.org parla di un «falso clamoroso» sostenendo che si tratti in realtà di una vecchia fotografia ritoccata con un programma di fotoediting e circolata già nel settembre del 2006. Inoltre sono in circolazione nel web dei «combo» che mostrano un raffronto tra la foto contestata e una vecchia immagine di Bin Laden: il volto con la stessa espressione della bocca sembra proprio essere estrapolato dalla seconda e poi martoriato artificialmente con il computer. Gli Usa, dal canto loro, non hanno diffuso alcuna immagine.
Un'altra circostanza oscura è quella sul ruolo dell'intelligence pachistana. L'operazione, secondo quanto inizialmente annunciato, si sarebbe svolta in collaborazione con l'anti-terrorismo pakistano, anche se le autorità di Isalamabad hanno smentito la circostanza. E anche da fonti Usa è arrivata una ricostruzione differente, secondo cui il Pakistan non sarebbe stato preventivamente informato del blitz, segno questo di una mancanza di fiducia negli alleati da parte della Casa Bianca. Il ministero degli Esteri pakistano ha confermato la notizia della morte di Bin Laden e ha precisato che «il blitz è stato condotto direttamente dagli Stati Uniti in territorio pakistano».
L'operazione è avvenuta a Abbottabad, una città a soli 75 chilometri dalla capitale Islamabad, e Bin Laden si trovava secondo gli esperti dei servizi della rete americana, in un compound di alta sicurezza, circondato da una recinzione e protetto da una doppia cancellata. Il blitz sarebbe stato preparato da cinque riunioni fra il presidente Obama e i servizi segreti in questi ultimi mesi. Abbottabad come Islamabad si trova a qualche ora di strada da alcune delle zone tribali della Frontiera del Nord Ovest, la zona tribale al confine con il Pakistan che è sempre stata considerata il rifugio di Osama Bin Laden.
«Questa sera sono in grado di annunciare agli americani e al mondo che gli Stati Uniti hanno condotto un'operazione che ha ucciso Osama Bin Laden, il leader di Al Qaeda». Così Obama ha raccontato il blitz comunicando la morte di Bin Laden alla nazione: «Molti mesi fa sono stato informato che avevamo indizi circa la possibile posizione di Bin Laden. Ho incontrato molte volte i miei consulenti dei servizi segreti. Finalmente la settimana scorsa ho deciso che avevamo sufficienti informazioni per agire. Oggi per mio ordine gli Stati Uniti hanno lanciato un'operazione contro quel compound. Una piccola unità di agenti americani ha agito con grande coraggio, facendo attenzione a evitare vittime civili. Dopo uno scontro a fuoco, hanno ucciso Osama Bin Laden e hanno in custodia il suo corpo». E ha aggiunto: «Come Paese, non tollereremo mai minacce alla nostra sicurezza».
Il governo americano ha poi messo in stato di allerta tutte le sue ambasciate e rappresentanze diplomatiche nel mondo per timore di rappresaglie. In un comunicato del Dipartimento di Stato si esortano inoltre i cittadini americani, soprattutto in quelle zone del mondo dove vi sono maggiori tensioni, ad evitare i luoghi in cui vi sono affollamenti di gente e manifestazioni per «l'imprevedibilitá ed insicurezza dell'attuale situazione».
La notizia dell'uccisione dello sceicco del terrore viene lanciata dalla Cnn quando in Italia sono le 4.46 del mattino e negli Stati Uniti migliaia di persone si riversano in strada. "Obama 1 - Osama 0", ha scritto un ragazzo su un pezzo di cartone che mostra alle telecamere mentre a Ground Zero sventolano le bandiere degli Usa. A quasi 10 anni dagli attentati dell'11 settembre 2001 a New York e Washington, costati la vita a quasi 3.000 persone, gli abitanti delle due città hanno festeggiato la morte di colui che è considerato la mente degli attacchi contro gli Stati Uniti. L'Interpol, però, invita tutti a mantenere la calma e parla di "rischio terroristico accresciuto". Le cellule di Al Qaeda che per ora smentiscono la notizia della morte del loro leader, infatti, potrebbero cercare vendetta.